Tuesday, April 23, 2024

n.08/2006

Photo: Redazione Ischiacity
Text: Redazione Ischiacity

 

Strade, piazze, edifici, vale a dire il tessuto architettonico di un luogo, parlano con immediatezza a chi li percorre. Sono tangibile testimonianza, per chi ci vive e per i visitatori, della storia della comunità che li ha creati e determinano negli abitanti un senso di appartenenza e continuità. Eppure, al di là di un’apparente solidità gli edifici sono realizzazioni fragili che, se non assiduamente curate, il tempo attacca e distrugge facilmente. Non è raro che ciò accada e si tratta, molto spesso, di perdite importanti, perché insieme se ne va una parte della cultura che in una determinata epoca ha pensato e creato una certa costruzione per un determinato luogo. Bisogna anche dire che recuperare è quasi sempre più costoso e complesso che costruire ex-novo, quindi decidere di salvare dal degrado e dall’abbandono un edificio d’epoca costituisce una grande prova di consapevolezza delle proprie radici e di civiltà.
Vengono naturali queste riflessioni di fronte al lavoro di restauro che ha dato nuova vita a un palazzo antico di quasi due secoli, Villa Savoia, che sorge a Casamicciola, sulla collina di S. Pasquale. L’iniziativa è di Umberto Italiano, proprietario del vicino hotel Elma, che ha acquistato la struttura ormai diroccata con il progetto di farne un piccolo gioiello dell’ospitalità alberghiera ischitana. Sarà infatti un hotel a 5 stelle, composto da 7 junior suite, 2 suite e da un ristorante: diportisti che giungono sempre più numerosi grazie al rinnovato porto, turisti in cerca di un albergo raccolto, che offra ogni comfort all’insegna e del lusso discreto ma pure chi desidera festeggiare eventi importanti in una cornice raffinata sono i clienti del rinato hotel Villa Savoia.
I radicali e costosi lavori di ristrutturazione, durati 4 anni, sono stati affidati allo studio dell’ingegnere Mario Rispoli, che li ha curati integralmente, occupandosi anche degli arredi interni. Il palazzo esisteva già nel 1839, con il nome di Villa Barbaja, e venne distrutto dal rovinoso terremoto del 1883, che abbatté quasi tutte le case e i grandi alberghi ottocenteschi di Casamicciola, fin da allora famosa stazione termale che rivaleggiava con le migliori d’Europa. Fu presto ricostruito e figura, con l’aspetto che conserva tuttora e con il nome di Villa Mele e poi di hotel Suisse in diverse serie di cartoline degli inizi del Novecento e degli anni Trenta. Nel 1959 il Villa Savoia era una semplice pensione e ospitò lo scrittore e poeta Pier Paolo Pasolini, che nell’estate di quell’anno viaggiò attraverso le più importanti località turistiche italiane per scrivere un reportage, edito a puntate e abbreviato su una rivista, e che oggi è stato ripubblicato integralmente, insieme ad alcuni inediti (“La lunga strada di sabbia”, Contrasto ed.). Uno di questi è scritto a mano, su carta intestata dell’albergo, e racconta di getto la felicità che gli comunica quel posto, “…un silenzio meraviglioso è intorno a me, la camera del mio albergo in cui mi trovo da 5 minuti, dà su un grosso monte, verde, verde…”, naturalmente si tratta dell’Epomeo, sul quale da Villa Savoia si ha una splendida prospettiva.
La visione d’insieme dell’edificio è molto piacevole: situato su un’altura, si sviluppa con un pianterreno, preceduto su un lato da un’area d’ingresso terrazzata, e illuminato da numerose vetrate che guardano sia verso il monte che a mare, ed un primo piano, circondato da una terrazza e completato da una torretta in cui è stata ricavata una delle suite; tutt’intorno il giardino. Non è possibile classificarlo secondo uno stile ben definito, sta tra il neoclassico e il liberty, e il lavoro di ristrutturazione – ci spiega l’ingegnere Rispoli – ha avuto come indispensabile presupposto la comprensione dell’idea di fondo, dello spirito che chi fece il progetto volle infondervi. Quindi tutti gli interventi necessari a rimodulare gli spazi già esistenti per adattarli alle nuove esigenze, sono avvenuti nel rispetto pieno del preesistente, recuperando ciò che era di valore, quindi, in primo luogo le decorazioni esterne, attentamente restaurate, ma pure tutte le balaustre in ghisa che sono state rifatte fedelmente. Invece gli interni, prima spogli, sono stati caratterizzati con l’inserimento di motivi decorativi che riprendono quelli ricorrenti nelle facciate. L’arredamento delle suite, realizzato appositamente, richiama anch’esso lo stile del palazzo; lo stesso vale per i pavimenti in maiolica, commissionati a una manifattura locale e con disegni confezionati espressamente. In sostanza, i vincoli posti dal fatto di intervenire su una struttura già esistente più volte hanno finito per trasformarsi in occasioni per arricchire la nuova Villa Savoia di particolari che ne determinano l’unicità. Ma l’obiettivo finale è qualcosa di più, creare un’atmosfera di benessere, intima e sofisticata, per regalare a chi siederà ai tavoli del ristorante o dormirà nelle suite delle emozioni, perché i ricordi durevoli che i viaggi, la scoperta di posti nuovi e i momenti piacevoli ci lasciano altro non sono che le sensazioni provate. (Le cartoline d’epoca, risalenti agli inizi del ‘900 e agli anni Trenta, sono proprietà di Leopoldo Reverberi Riva; il progetto esecutivo del la ristrutturazione di Villa Savoia è dello Studio Rispoli).

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