Saturday, April 20, 2024

IL SUO CONIGLIO E’ ENTRATO NELLA LEGGENDA, MA TUTTO IL MENU’ DI TERRA DI QUESTO LOCALE NEL FRESCO DELLA COLLINA ISCHITANA E’ DA PROVARE. E L’OSPITALITA’ E’ DA MANUALE.

Lassù, a due passi dai Frassitelli, nel comune di Serrara Fontana, tradizione e modernità camminano insieme in questa trattoria orgogliosa della sua identità, dove tutto ha senso. Dalla sala linda, con i tavoli in legno rustico lucidissimo, il caminetto e l’allegra esposizione di attrezzi agricoli e vecchie foto alla cucina con uno staff affiatatissimo; dal menù, fedele ai piatti che hanno reso famoso e amato il ristorante della famiglia Di Meglio, all’accoglienza, fatta di calore autentico e grande professionalità. Accanto al coniglio alla cacciatora, agli antipasti che sono un trionfo di tante preparazioni omaggio agli orti e alla cucina ischitana, alla pasta e patate servita nella forma di pane, alla carne alla brace, la presenza di Leonardo Di Meglio, terza generazione della famiglia che collabora a pieno titolo con gli zii Franca e Michele, ha arricchito la già davvero saporita offerta del Bracconiere di una serie di piatti che apportano belle novità, andando a braccetto con quelli di tradizione. Come la deliziosa entrée, ‘il pomodoro’, che è in realtà tutta imperniata sulle melanzane: preparate al funghetto, fritte e saltate con formaggio, vengono sagomate e ricoperte con un gel al pomodoro e servite con una crema di parmigiano e bucce di melanzane fritte. O la ricottina al forno, preparazione homemade, in cui il latticino aromatizzato con cannella, uva passa, miele, salsa di soia e scorza di arancia per un piacevole gusto dolce-salato, passa poi in forno e si serve con mandorle tostate. Un intingolo ai friarielli con una lieve ma persistente presenza di zeste di limone, condisce, invece, gli gnocchetti, preparati con ricotta quindi delicati e leggeri, mentre i pomodorini appassiti in forno danno il giusto tocco di dolcezza al piatto. Mentre fra i dolci va assolutamente segnalata la riuscita rivisitazione della crostata che guadagna in levità e gusto, per questo dolce composto da una friabile sablé e da una namelaka, squisita crema inventata da un pastry chef giapponese, e completata con salsa di lamponi. Da assaporare con il limoncello (ottimo) preparato da Michele.

Text_ Silvia Buchner  Photo_ ICity Agency

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