Tuesday, April 23, 2024

Il CLUB SANDWICH DI 50 PANINO

 

Text & Photo_ Riccardo Sepe Visconti

Da 50 Panino Kalò di Ciro Salvo in viale Gramsci a Napoli (parallela di via Caracciolo, andando verso Mergellina) ho provato un eccellente Club Sandwich. Naturalmente niente a che vedere con il “mitico” tramezzino preparato (negli anni ’80) dal ristorante California a Santa Lucia e vi spiego anche perché: innanzitutto bisogna precisare che California non esiste più da tempo (sostituito da un ristorante senza alcuna personalità, ahimè), ma per dovere di cronaca bisogna tributargli l’onore di due preparazioni assolutamente perfette: il club sandwich, appunto, e la torta al cioccolato (della quale parlerò in altre occasioni). Il celeberrimo panino, inventato nel 1899 al Club House di Saratoga Springs vicino New York, veniva preparato dai 5 camerieri/gestori che si alternavano tra sala e fornelli in quel lindissimo ristorante, con assoluta ortodossia: quindi mayonnaise fatta a mano (ed è questa la grande differenza – e che differenza! – con le salse industriali utilizzate oggi da 50 Panino di Kalò), pollo leggermente grigliato e ridotto a straccetti, bacon saltato in padella, fetta di pomodoro e lattuga (un milione di volte superiore per gusto all’evanescente Iceberg (usata da Kalò). Il tutto impalcato tra una fetta di pancarrè e l’altra (sempre dolcemente tostate) e tagliato di traverso. L’accompagnamento con listarelle di patate fritte in olio leggero e limpido è, direi, obbligatorio.

Devo annotare che tempo fa mangiai (divorai) un’eccellente “variazione sul tema” di questo panino proposta dal bistellato Nino Di Costanzo (all’epoca dell’assaggio, in verità, Nino aveva solo una stella) e lo feci standomene in panciolle, sulla gradevole terrazza Bouganville del Terme Manzi di Casamicciola, dove Nino mi fece servire un perfetto panino nel quale (se non ricordo male) al posto della mayonnaise aveva infilato una sottilissima crêpe. 

Ma veniamo ai nostri giorni ed al nostro 50 Panino, dove ho pranzato in una sala poco affollata e perfettamente manutenuta, servito da un cameriere cortese ed esperto, a sua volta assistito da un giovane garbato e solerte. Il panino, di bell’aspetto, aveva piccoli (tollerabili) difetti, eccoli: la mayonnaise (come ho già detto) non era artigianale, la scelta delle foglie di insalata è caduta (purtroppo) sulla variante iceberg e non su una più umile, ma saporita, lattuga, e infine la qualità del pollo è di quelle a mo’ di “filiera Amadori”, dunque alquanto cartonato. Ma in definitiva il risultato finale era sicuramente il migliore possibile (dati i tempi, la distribuzione dei prodotti ed il luogo stesso in cui ci siamo recati). Pertanto, al netto dei miei languidi ricordi e della spocchia da vecchio bisbetico gaudente, assegno a questo panino – che sorprendentemente (perché, oramai, è sempre più difficile mangiare un club sandwich ben confezionato!) ha mantenuto una consistenza morbida e piacevole al gusto – un ricco 7 e lo stesso voto assegno al mood del locale (ben studiato, raffinatamente equilibrato, e molto pratico. Il WC, poi, era molto pulito e funzionale). Il conto giudicatelo voi: una porzione di parmigiana (accompagnata con una salsa di parmigiano fuso), un panino con hamburger, un club sandwich con patate e due bottiglie d’acqua mi sono costati poco meno di 35. Sicuramente non è un luogo economico, ma neppure un salasso…

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