Thursday, April 25, 2024

Politics- LA MIA RICETTA PER IL TURISMO

31/2011

Photo: Romolo Tavani
Text: Silvia Buchner

 

Sei mesi da assessore tecnico a Casamicciola Terme, con una delega di importanza strategica: Turismo, Cultura, Spettacolo e Comunicazione. Riccardo Sepe Visconti, ideatore e direttore di Ischiacity, ha interpretato l’incarico ricevuto dal sindaco D’Ambrosio come un’occasione assolutamente da cogliere per portare l’Amministrazione dai cittadini, in questo caso gli albergatori, che costituiscono l’asse portante del sistema turismo, e che sono stretti fra la crisi globale e lo scotto che parecchi di loro devono pagare per un’inveterata inerzia, che li ha visti rimanere indietro rispetto alle esigenze di un comparto in grande mutamento. In questa intervista, l’assessore Sepe Visconti illustra lo stato di salute del delicato settore dell’accoglienza, così come lo ha verificato sul campo, visitando quasi tutti i 62 alberghi del Comune. Dalla full immersion nell’ospitalità “made in Casamicciola” – caratterizzata da tante strutture medio-piccole sparse sul territorio – è scaturita una lucida analisi di problemi e prospettive e, quindi, un progetto che l’Assessore presenta in queste pagine. L’obiettivo è restituire capacità di attrarre flussi turistici, riacquistare forza e visibilità sul mercato, far nascere un modo diverso di accogliere il turista che conferisca un’identità vincente al prodotto turistico di Casamicciola Terme. Qual è lo stato di salute del turismo a Ischia? Sicuramente, si devono fare i conti con la crisi economica generale, che si riverbera negativamente su tutto ciò che è superfluo e – con buona pace di Oscar Wilde che diceva “toglietemi tutto ma non il superfluo” – nella realtà vi si rinuncia eccome, e quindi si sacrificano le vacanze, o quantomeno si sceglie una vacanza più economica e più breve. Questa tendenza è stata registrata anche a Ischia, dove le strutture si riempiono nel week-end, mentre è calato il numero di turisti che si ferma per una settimana intera o più, e a gestire questa novità non si era preparati. Nell’isola, poi, da qualche anno si è assistito a un fenomeno che ha interessato proprio le strutture alberghiere: si sono formati gruppi, per lo più facenti capo a famiglie, che hanno concentrato nelle proprie mani diversi hotels, soprattutto quattro stelle, disseminate nel territorio isolano – Orofino, Di Meglio, Leonessa e Di Costanzo a Ischia, Iacono a Barano, De Siano a Lacco Ameno, Di Meglio, Castiglione e Impagliazzo a Forio. Chi ha fatto questa scelta si è indubbiamente rafforzato, potendo attuare una razionalizzazione di alcune spese ed un’economia di scala che consente di abbassare i costi. Questi imprenditori hanno capito anche che nel settore del turismo tutto ciò che non si riesce a vendere nelle 24 ore è perso: infatti, mentre una salumeria che si approvvigiona di merce potrà venderla nel tempo, nell’ambito della stagione turistica, ogni giornata di occupazione delle camere d’albergo perduta, e il relativo guadagno, non sono recuperabili. Un tempo, si pensava che comunque il prezzo delle stanze non andasse abbassato: oggi invece, i grandi gruppi che hanno molte stanze da riempire (e per quello che abbiamo appena detto devono farlo!) hanno imposto una nuova modalità: meglio riempire la stanza incassando poco, piuttosto che lasciarla vuota, al limite accontentandosi di coprire i costi di mantenimento della struttura, se la svendita è tale da eliminare i margini di guadagno. Il primo a portare a Ischia questo format feroce e cinico, ma anche molto efficace ed efficiente, è stato il gruppo Aurum della famiglia Orofino, ma chi lo ha perfezionato è stato Dim Hotel, grazie anche alle indubbie capacità di Isidoro Di Meglio (direttore del settore commerciale), che ha saputo rendere molto sofisticato il funzionamento della catena, eliminando l’intermediazione delle agenzie: il contatto con i clienti avviene attraverso un efficiente call center e la vendita dei pacchetti via internet. E la situazione degli alberghi di Casamicciola qual è? Le aziende casamicciolesi faticano ad avere un sito web che abbia una sua funzionalità o quanto meno una sua decenza: più del 50% dei siti degli alberghi di Casamicciola sono indecenti o non funzionali, e ci sono ancora (!) piccole strutture non presenti in rete. E’ antistorico al limite dell’insopportabile: siamo di fronte a persone che non hanno saputo o voluto aggiornarsi, è come andare in guerra contro una portaerei dotata di cacciabombardieri, essendo armati solo di frecce e fionde. Appena fino a 20 anni fa, bastava aprire le porte degli alberghi per riempirli, l’isola era piena di tedeschi e le agenzie portavano centinaia di migliaia di turisti: tutto ciò è stato spazzato via da internet, le agenzie non hanno di fatto più alcun potere e quello che funziona sono i portali e dietro il portale deve esserci il call center, ma questo tipo di struttura ha costi molto alti. D’altra parte, non è pensabile di promuovere il nostro prodotto individualmente, perché le forze dei singoli non bastano: gli alberghi devono farsene una ragione, da soli non possono che morire, tutti e anche velocemente. Esiste un’alternativa a un finale così tragico? Il solo modo per affrontare le necessità di un mercato moderno e non esserne travolti, è di adeguarsi ai tempi il che significa che le aziende casamicciolesi devono unirsi in un gruppo, non solo per condividere certe spese (il che consente a tutti di accedere a determinati servizi attraverso il pagamento di una quota del totale, mentre non potrebbero permettersi l’intero costo), ma anche perché un portale serio del turismo non può rappresentare un solo albergo: deve, invece, essere la vetrina di un territorio e metterlo sul mercato. Quello di Casamicciola, che è fortemente circoscritto, può essere ben rappresentato da un portale che ha ottime chances di affermarsi nel panorama dei siti isolani e nazionali, perché la cittadina termale ha caratteristiche che la contraddistinguono dal resto dell’isola, come vedremo. Resta il problema dei costi molto più alti che le aziende medio-piccole devono sostenere. Le strutture medio-piccole non devono abbassare i prezzi, cercando di equipararsi a chi è in economia di scala. Esse devono, invece, affermarsi come differenti rispetto al prodotto di massa offerto dalle grandi catene alberghiere, che sono gestite sicuramente con intelligenza ma con una mentalità di tipo ‘industriale’, dovendo ospitare centinaia e centinaia di persone al giorno e, per mantenere prezzi bassi, è chiaro che il trattamento è di tipo impersonale e considera l’ospite come un numero. Va detto, però, che molti di questi “ospiti-numeri” sono assai soddisfatti, perché sanno che per quello che pagano ricevono servizi efficienti. Al contrario, accade con una certa frequenza che le piccole strutture siano inefficienti, persino scortesi e, ancora, troppo costose: solo in alcuni casi i piccoli riescono davvero ad offrire servizi adeguati alle loro tariffe e, quando avviene, è al prezzo di una grossa fatica e di notevoli sacrifici. Ma, anche in questo caso, la loro efficienza in rapporto ai costi non basta a piazzare il prodotto sul mercato globale: occorre un’adeguata promozione pubblicitaria che lo faccia conoscere e, quindi, scegliere. Purtroppo, diversi di loro continuano a credere che il “passaparola” sia il metodo più efficiente (fuorviati, evidentemente, dal fatto che sia gratuito) e così si escludono ‘ipso facto’ dal mercato globale, cioè il resto del mondo! Nel terzo millennio, ciò è semplicemente ridicolo, oltre che giurassico. Ma, internet significa un numero infinito di siti e di offerte: come si fa ad emergere? E’ vero, e se si vuole essere davvero visibili si devono spendere cifre importanti che il singolo non può permettersi, ma tanti insieme possono farlo. Tra l’altro, per avere una buona indicizzazione (cioè stare nelle prime pagine dei motori di ricerca) i siti devono essere ricchi di informazioni: sommando le informazioni delle singole aziende, se ne moltiplica il numero e quindi la forza del sito, che a questo punto chiameremo portale. Ma per renderlo visibile, e quindi dare alle nostre offerte turistiche maggiori possibilità di essere acquistate, è necessario che il portale compaia nelle prime pagine di Google e degli altri motori di ricerca quando si digita la voce “Ischia”, perché spesso gli utenti della rete si fermano ai contenuti delle prime schermate. Quindi è lì che ci si deve collocare, e per posizionarsi in maniera efficace si deve spendere e per farlo ci si deve unire. Questa non è una mia opinione, è un fatto non discutibile, e chiunque dice il contrario mente. Quali punti di forza hai individuato nel prodotto turistico di Casamicciola Terme? Da una parte c’è una vecchia e, devo dire, oggi un po’ scalcinata tradizione termale, dall’altra, una vocazione marinara: Casamicciola possiede, infatti, un porto che è il più importante dell’isola, ma che non lavora come dovrebbe (infatti, non so per quanto ancora manterrà questa leadership). Questo settore richiede all’Amministrazione un’attenzione enormemente maggiore dell’attuale: il diportismo nautico non è solo un’opportunità per il Comune di introitare denaro attraverso gli approdi che gestisce direttamente (e in tal modo rendere migliori servizi che oggi hanno una qualità assai modesta), ma un porto turistico pieno di imbarcazioni significherebbe un indotto sia nel comparto del commercio che in quello dell’accoglienza alberghiera. Quindi, quale che sia il colore politico della nuova Amministrazione che si insedierà la prossima primavera, essa dovrà risollevare le attività del porto perché si tratta di uno dei principali motori per far ripartire la macchina economica. Inoltre, Casamicciola ha un territorio collinare e montano molto bello, ampio e articolato nel quale si può tracciare una sentieristica molto più estesa dell’attuale e proporre percorsi di trekking, escursioni, passeggiate, che possono comprendere anche visite a cantine e degustazioni di specialità locali, creando così un’offerta di svago alternativa che trova sempre più estimatori, anche fra i turisti italiani. Soffermiamoci adesso sulle terme che un tempo connotavano con forza l’offerta di Casamicciola, mentre attualmente sono in grande affanno: possono tornare ad essere un fattore attrattivo? E’ assolutamente necessario che almeno una parte delle attività termali si riconvertano in terme di benessere, cosa che, con poche eccezioni, gli alberghi con terme di Casamicciola non hanno fatto, rimanendo legati a vecchi schemi. Dobbiamo renderci competitivi con le tante stazioni turistiche che hanno colto con prontezza la domanda di benessere, sviluppando quei servizi che sono appaganti dal punto di vista del piacere (per esempio, la possibilità di avere a disposizione anche una piscina a due, nuovi tipi di massaggi, da quelli a base di cioccolato a quelli fatti con il vino, etc.). Proprio l’isola d’Ischia offre l’esempio della formula vincente dei parchi termali, frequentati anche – anzi soprattutto – da chi non è interessato alle cure termali vere e proprie ma piuttosto vuole godere di un luogo molto bello, dove avere a disposizione vasche, cascate, docce che sono anche curative, ma in primo luogo molto piacevoli. Attualmente, questo Casamicciola non lo offre: è come se si fosse rincantucciata, mantiene la propria tradizione di termalismo terapeutico-sanitario a un profilo molto basso, rivolgendosi ormai soprattutto ad anziani, che attraverso acque calde e fanghi alleviano problemi reumatici o patologie della pelle. Per essere molto chiaro mi concedo una provocazione: se dovessi consigliare una bella ragazza su come poter guadagnare bene, potrei suggerirle di istruirsi, per cercare poi di ritagliarle un ruolo in cui la sua bellezza ha, sì, importanza, ma costruendole anche una personalità e una professionalità; oppure posso mandarla a battere, guadagnerà velocemente, ma dopo pochi anni dovrà smettere e la sua esistenza sarà rovinata. Al termalismo casamicciolese abbiamo ‘fatto fare la puttana’, sfruttandolo finché ha reso senza arricchirlo di infrastrutture e servizi, senza farlo camminare al passo coi tempi. La sola eccezione a questo quadro è costituita dall’albergo Terme Manzi, recentemente ristrutturato con notevole investimento di energie e denaro, dando grande spazio ad una spa di concezione assai moderna ma, naturalmente, essere l’unico non gli conferisce alcun vantaggio! Su cosa devono puntare gli alberghi di Casamicciola? La competizione che inevitabilmente si ingaggia con un numero enorme di stazioni turistiche in giro per il mondo, impone di adeguarsi alle richieste di chi sceglie la vacanza, quindi se si vuole risalire la china si deve assumere una personalità turistica forte, identificabile: la gente deve poter dire “Vado a Casamicciola, perché lì trovo cose che altrove non ci sono”. Ora, sempre più spesso il viaggio è, in primo luogo, piacere, staccare la spina dal notevole stress di tutti i giorni: per soddisfare questa esigenza si deve OFFRIRE BENESSERE. Oggi, l’albergo deve curare tutta una serie di dettagli che nel complesso realizzano un’offerta di ospitalità che soddisfi questa ricerca di piacere, e non è sufficiente solo il buon cibo, magari con un intrattenimento musicale. Si devono garantire stanze confortevoli, personale gentile, prodotti intrinsecamente buoni, quindi basta mettere robaccia nelle confezioni di prodotti cosmetici che vengono proposti ai clienti, quello che regaliamo (anche se, in realtà, non si regala niente!…), deve avere un’intrinseca qualità. Il vino servito a tavola non può essere più il Tavernello, ma deve avere un sapore caratteristico che lo differenzia dagli altri vini. Vanno, quindi, individuati prodotti locali, nel settore cosmetico come in quello dell’enogastronomia, che potrebbero essere veicolati dagli alberghi e dal loro servizio di ristorazione, dando un segnale di tipicità e di forte identità, e una serie di servizi da garantire agli ospiti, che diano personalità al territorio di Casamicciola e all’ospitalità che vi si offre. Questa idea va diffusa in maniera capillare: si deve creare una rete di alberghi che adottino e pratichino un Protocollo dell’Ospitalità che li diversifichi, anche attraverso un comune denominatore fatto di servizi, atteggiamenti e prodotti che realmente siano presenti in tutti gli aderenti alla rete, e li rendano diversi e migliori. Abbiamo le risorse, i prodotti e le professionalità adeguati: dobbiamo solo metterli insieme e individuare dei prodotti che definiremo CASAMICCIOLA TERME DOC. Avranno un sicuro successo, soprattutto se contemporaneamente l’immagine dle paese verrà affermata con convinzione ed entusiasmo. Raggiungere questo livello di qualità ha sicuramente dei costi: come pensi che le piccole e medie strutture possano affrontarli? Solo mettendosi insieme. E prima di entrare nel concreto in merito a cosa potrebbero fare unendosi, voglio fare una riflessione molto importante. E’ essenziale che le strutture più grosse consentano anche ai più piccini di risalire la scala della qualità, perché ciò ha una ricaduta positiva su tutti: faccio un esempio per chiarire questo concetto, attingendolo alla realtà isolana. Se alla Riva Destra, a Ischia, ci fosse un solo ristorante molto probabilmente ‘farebbe la fame’: la forza di quella strada che consente a tutti, anche a chi non ha una spiccata identità, di lavorare, sta proprio nel numero elevato di punti di ristorazione, per cui è entrato nel comune sentire di chi frequenta l’isola che per mangiare si deve andare alla Riva Destra. Ugualmente, gli albergatori hanno l’interesse ad essere in molti a dare qualità perché in tal modo divengono un Villaggio dell’Accoglienza che propone tanti spunti di ospitalità fra cui i turisti possono scegliere, ma all’interno di un prodotto-vacanza che deve garantire una sua omogeneità. Se, invece, alcune o magari parecchie strutture saranno costrette a chiudere, questa selezione non lascerà in campo necessariamente solo i migliori o i più forti, ma sicuramente renderà Casamicciola marginale rispetto, per esempio, a centri come Forio o Ischia che possono contare su molti posti letto e, quindi, su una maggiore capacità potenziale di introitare denaro. Barano lavora poco perché ha poche strutture alberghiere, se anche lì ce ne fossero di più, con una spiaggia bella come i Maronti potrebbe avere un’economia interessante, Casamicciola, invece, ha un tessuto alberghiero notevole che però rischia di veder diminuire ulteriormente la sua capacità di attrarre turisti se non colma il gap negativo. Quali sono i servizi condivisi che potrebbero accrescere la qualità dell’offerta? I piccoli alberghi che si trovano lungo la dorsale che sale al Cretaio o altri, neppure tanto piccoli, in zone come la Borbonica risentono della scarsa efficienza dei collegamenti. Quest’anno il servizi pubblico non ha funzionato bene, in particolare a Casamicciola e nelle zone periferiche e ciò ha creato grande disagio fra i turisti. Attualmente, rimanendo ciascuno per conto proprio, non possono permettersi un servizio navetta o limousine, ma unendosi e dividendo la spesa potrebbero riuscirci. Ad un albergo da 100 stanze è sufficiente una sola limousine, più alberghi contigui da 20-30 stanze ognuno potrebbero, quindi, sicuramente avere in comune un servizio del genere. Altro esempio: acquistando alcune migliaia di ingressi ad un parco termale si possono ottenere delle riduzioni di prezzo che, comprandone qualche decina, non sarebbero mai possibili. Così, possono accedere ad una forte scontistica le strutture piccole le quali ne hanno più bisogno delle grandi e che, ora come ora, ne sono invece escluse; e, ancora, si possono stipulare accordi con le terrazze balneari che nel 2011 hanno lavorato bene, sia la mattina con il servizio di lettini prendisole, che la sera con gli happy hours dedicati ai giovani. Inoltre, nei pacchetti di offerte condivise si possono inserire le terme per tutti (cioè anche per chi non le ha in sede), le escursioni, il diving, lo snorkeling, la vela, convenzioni con le palestre, intrattenimento per i bambini e nursery, escursioni o passeggiate per l’isola, visite a musei e giardini privati, etc. Questo ci consentirebbe di dar vita ad una esclusiva “carta servizi” che verrebbe distribuita gratuitamente ai soli villeggianti di Casamicicola Terme. Con essa i nostri ospiti avranno accesso ai migliori ristoranti dell’isola ed alle migliori boutiques, gioiellerie ed altri esercizi commerciali, potranno entrare con agevolazioni ai parchi, termali, musei, etc. Insomma, la Casamicciola Card diverrà un elemento distintivo della nostra ospitalità. In questo settore, l’Amministrazione, ed in particolare il mio Assessorato, in sinergia con i Lavori Pubblici e le Attività Produttive, può fare molto. Se, infatti, riuscissimo davvero a delineare un progetto organico per il turismo ed il rilancio economico del Paese, potremmo dar vita ad una miriade di iniziative che in poco tempo imporrebbero la realtà di Casamicciola Terme come una delle più interessanti dell’isola. L’impegno dell’Amministrazione dovrebbe concentrarsi prima di tutto sullo sviluppo di un progetto serio, organico e ben definito, quindi sulla realizzazione di infrastrutture e servizi – anche a costo di agire con severità. Personalmente, auspico un profondo cambiamento di mentalità, ma perché ciò accada è necessario che siano gli stessi cittadini a chiederlo coralmente ai pubblici Amministratori. Formare un gruppo coeso di piccole e medie aziende alberghiere a Casamicciola darebbe loro una buona possibilità di negoziazione. Infatti, vedo di buon occhio la nascita di lobby che difendano interessi (che spero sempre sani), e servano a perseguire obiettivi strategici. La pressione esercitata dal singolo sul pubblico è spesso finalizzata a soli interessi personali e di dubbio valore per la collettività. Invece, se la categoria degli albergatori, che dell’economia di Casamicciola è la spina dorsale, si unisce, diviene necessario ascoltarla e sarebbe grave se ciò non avvenisse. In questo momento, invece, le singole strutture non hanno nessun tipo di rappresentanza, visibilità e capacità di dialogare, per cui la politica neppure le ascoltano. Sarebbe intelligente da parte dell’Amministrazione spingere affinché nasca un interlocutore che rappresenti le necessità delle aziende, al quale potersi rapportare: non dimentichiamo che da loro dipende in gran parte la crescita dell’intero paese. In particolare, i due terzi della “spina dorsale” dell’economia casamicciolese (41 alberghi su 62) sono contraddistinti da due e tre stelle e sono di medio-piccole dimensioni. Ora, se assegniamo a ciascuno di essi in media 8 occupati (compresi i proprietari, che quasi sempre lavorano all’interno degli hotels), moltiplicato per 40 entità, significa che circa 320 persone (senza parlare dell’indotto) percepiscono uno stipendio perché impiegati in un albergo medio-piccolo. Poiché, in genere, attorno a ciascuno stipendio ruotano 2-3 persone, circa 900 cittadini di Casamicciola vivono perché questi 41 alberghi sono in attività: quindi oltre il 10% della popolazione di Casamicciola deve il proprio benessere alle strutture medio-piccole. Abbiamo, pertanto, ogni interesse a che queste aziende godano di buona salute, cosa che per molte attualmente non è: anche perché, se così è, possono pagare le tasse con regolarità, contribuendo a risanare un bilancio comunale in cattive acque. Che ruolo dai all’Amministrazione nel tuo progetto? Cosa può fare per sostenere gli imprenditori del settore alberghiero? Mi riferisco sempre alle Amministrazioni in generale, non solo all’attuale. Qualunque Giunta governi Casamicciola, deve chiedere all’assessore al Turismo – che sia io o chi mi succederà – di continuare a percorrere la strada che ho intrapreso, vale a dire mantenere un dialogo costante con le aziende e rapportarsi a loro come un’istituzione che le protegge, le sorveglia, ma anche le istruisce e promuove. Abbiamo visto, infatti, come alcune di esse, per una serie di ragioni diverse, non hanno saputo capire i cambiamenti, che le hanno colte impreparate e messe in ginocchio. A maggior ragione, l’assessore al Turismo ha, secondo me, l’obbligo di aggiornarsi per poter poi sorvegliare che altrettanto avvenga nel settore da lui governato. Diffiderei dell’incisività di colleghi che non seguono con sufficiente attenzione il lavoro degli alberghi e non studiano le evoluzioni che regolano il mondo dell’accoglienza, le mode che guidano i flussi turistici, le opportunità che la tecnologia offre. Oggi, si lavora con gli App sugli smartphone: mi domando quante strutture in tutta l’isola d’Ischia hanno sviluppato queste tecnologie!… E l’Ente pubblico cosa può fare per aiutarli a superare questa fase di crisi? Dovrebbe essere uno degli obiettivi principali del Comune promuovere incontri, stimolare progetti, assecondare programmi, intercettare le opportunità di finanziamento degli Enti superiori (Provincia, Regione, Stato, UE) e fungere da collante. Il nostro compito non è solo di tassare e fornire servizi, ma anche di far crescere il paese e quindi le sue aziende. Così come lo Stato, a livello nazionale, non deve occuparsi solo di sanità, pubblica sicurezza, istruzione e trasporti, ma deve pensare anche al futuro, e quindi per esempio, alla ricerca scientifica e tecnologica, anche l’Ente locale ha il dovere di mettere in atto tutto ciò che è necessario e possibile per incrementare le risorse economiche locali. Credo che l’Amministrazione debba lavorare per risanare quanto più è possibile i punti di debolezza sul territorio per quanto le compete e, insieme, incoraggiare ogni attività che abbia come obiettivo la messa in rete delle piccole e medie strutture, facendolo dall’alto dell’autorevolezza che deriva dal ruolo ricoperto. Propongo, in primo luogo, di utilizzare il portale istituzionale del Comune che è molto ben indicizzato, al punto da risultare primo in Google alla voce “Casamicciola”, per promuovere tutti gli alberghi del paese. Normalmente, questi servizi costano qualche migliaio di euro e noi, invece, potremmo garantirli gratuitamente. Questo sarebbe il passo iniziale per arrivare a creare in seno all’Amministrazione un dipartimento cui affidare il compito specifico di promuovere le attività turistiche del Comune. Nulla vieta che sia proprio l’Assessorato al Turismo (che dovrebbe allargarsi a comprendere le deleghe per l’Economia, la Promozione ed il Decoro del Territorio) l’ufficio più idoneo ad incaricarsi del riposizionamento del “prodotto Casamicciola” sul mercato globale. Personalmente, credo non vi sia alcun impedimento a che la Pubblica Amministrazione si occupi anche di temi imprenditoriali (dovremmo farlo con il porto, non vedo perché non potremmo con l’accoglienza dei turisti in generale). A tal proposito, cito l’esempio della città di Rimini, dove il Comune si interessa, attraverso un suo dipartimento, e soprattutto con il suo sito ufficiale, non solo di prenotazioni presso gli alberghi del suo territorio, ma anche di gestire meetings e congressi, affittando gli spazi municipali e offrendo tutti i servizi accessori (per chi avesse il desiderio di verificare, il sito è: www.comune.rimini.it). A che punto è il percorso che hai intrapreso come Assessore al turismo per costruire il tuo progetto di sostegno agli alberghi di Casamicciola? Non ho voluto accontentarmi del ‘sentito dire’ e sono andato a conoscere una per una tutte le strutture alberghiere di Casamicciola. Così, oggi la mia visione è unitaria: come l’arbitro di tennis, salendo sull’apposito seggiolone, riesce a vedere cosa accade sull’intero campo girando la testa velocemente, così, grazie alle visite effettuate ho guardato in tutte le strutture e ora posso muovere la testa a destra e sinistra, in alto e in basso dominando il campo di gioco. Recandomi in visita nella mia veste di Assessore sono stato accolto molto bene da tutti: molti hanno apprezzato che una persona che fa parte del Governo del paese si sia recata di sua iniziativa da loro, anche per ascoltare i disagi, le critiche, i suggerimenti. Questa fase di esplorazione e di ascolto deve essere seguita dall’elaborazione di un progetto che tenga conto di quanto appreso sul campo: esso va costruito con tutti i crismi dell’intelligenza ma anche della fattibilità; poi si dovrà passare all’esecuzione, fase molto delicata perché ci sono dei costi da sostenere. So bene che a Casamicciola si è cercato più volte – e più volte fallendo – di far nascere gruppi compatti di imprenditori. Sapere che la strada è in salita (ripidissima e piena di insidie) non mi scoraggia: in questo mi sento garantito dal mandato pieno che il sindaco Enzo D’Ambrosio mi ha affidato, anzi, con ogni probabilità, il fatto che io goda della fiducia del Sindaco, ma che non debba rispondere ad un mio elettorato (essendo un tecnico e non un politico), mi permette di muovermi con estrema libertà e molta autonomia. Non devo compiacere nessuno, non devo conquistare voti: devo solo cercare di svolgere bene i miei compiti. Qual è il bilancio? Quali i punti di forza e di debolezza del sistema dell’accoglienza così come funziona adesso a Casamicciola Terme? In generale, gli alberghi di piccole e medie dimensioni sono di qualità buona/decisamente buona; ho trovato anche strutture che non sono all’altezza delle stelle che hanno, ma nella stragrande maggioranza si tratta di alberghi dove andrei io stesso a soggiornare. Non ho potuto assaggiare il cibo per ragioni di tempo e questo settore ha bisogno di una verifica, ma ho visto stanze, spazi comuni, aperti e chiusi, le cucine e ho parlato con i proprietari, facendomi così un’idea abbastanza verosimile dell’offerta. In molti casi ho trovato un aggiornamento inadeguato rispetto alle esigenze dei clienti e dei tempi che viviamo, per cui molte strutture sono accoglienti ma non risultano competitive: e, purtroppo, si può essere accoglienti quanto si vuole, ma se non si riesce a tararsi sulla domanda si è destinati a morire. Per quali ragioni non sono competitive? Perché non danno un bel po’ di servizi che offrono i loro competitors, non sono posizionate nelle pagine di Google, non si caratterizzano in modo da emergere: ci sono molti alberghi carini, ben tenuti, lindi ma anonimi, nulla li lega al posto in cui sorgono, potrebbero essere ovunque; l’anonimato va assolutamente abbandonato e l’idea di assumere una personalità deve essere diffusa e condivisa, perché solo in questo modo si può pensare di dare corpo ad uno stile di accoglienza che connoti Casamicciola e la distingua. Peraltro, il mio giro mi ha consentito di capire che non esiste una struttura-tipo, sono tutte molto diverse fra loro. E non credi che rappresenti un ostacolo? Non lo considero né un vantaggio né uno svantaggio, semplicemente un dato di fatto di cui tener conto quando si va a fare l’amalgama: è come se mi preparassi a impastare un polpettone, non serve solo la carne, ma pane, latte, piselli, prosciutto, formaggio, uova sode etc., e il risultato può essere squisito, mentre se uso solo carne al massimo confeziono un hamburger insapore, non un polpettone! Da qualche anno, nell’isola, si sono formati gruppi, per lo più facenti capo a famiglie, che hanno concentrato nelle proprie mani diversi hotels, soprattutto a quattro stelle. Ogni giornata di occupazione delle camere d’albergo perduta, e il relativo guadagno, non sono recuperabili Più del 50% dei siti internet degli alberghi di Casamicciola sono indecenti o non funzionali. Non è pensabile di promuovere il nostro prodotto individualmente, perché le forze dei singoli non bastano: gli alberghi devono farsene una ragione, da soli non possono che morire, tutti e anche velocemente. Diversi imprenditori continuano a credere che il “passaparola” sia il metodo più efficiente (fuorviati, evidentemente, dal fatto che sia gratuito) e così si escludono ‘ipso facto’ dal mercato globale. E’ necessario che il portale che promuove le strutture di Casamicciola compaia nelle prime pagine di Google e degli altri motori di ricerca, quando si digita la voce “Ischia”. Quindi, è lì che ci si deve collocare, ma per posizionarsi in maniera efficace si deve spendere e per farlo ci si deve unire. Quale che sia il colore politico della nuova Amministrazione che si insedierà, essa dovrà risollevare le attività del porto perché si tratta di uno dei principali motori per far ripartire la macchina economica. Casamicciola mantiene la propria tradizione di termalismo terapeutico-sanitario a un profilo molto basso: è necessario, invece, invertire la rotta per competere con le tante località turistiche che hanno colto con prontezza la domanda di benessere, sviluppando servizi che sono appaganti dal punto di vista del piacere. Se si vuole risalire la china si deve assumere una personalità turistica forte, identificabile, attraverso una serie di servizi e prodotti, che potrebbero essere veicolati dagli alberghi dando un segnale di tipicità e di forte identità. Si deve creare una rete di alberghi che adottino e pratichino un Protocollo Dell’Ospitalità.. Se alcune, o magari parecchie, strutture saranno costrette a chiudere, questa selezione non lascerà in campo necessariamente solo i migliori o i più forti, ma sicuramente renderà Casamicciola turisticamente marginale. Rimanendo ciascuno per conto proprio, i piccoli alberghi non possono permettersi un servizio navetta, ma unendosi e dividendo la spesa potrebbero offrire questo importante servizio. Le aziende alberghiere di Casamicciola essendo isolate sono deboli: non hanno nessun tipo di rappresentanza, visibilità e capacità di dialogare con l’Amministrazione. I due terzi della “spina dorsale” dell’economia casamicciolese sono alberghi contraddistinti da due e tre stelle e il 10% della popolazione del Comune deve il proprio benessere alle strutture medio-piccole. Propongo di utilizzare il portale istituzionale del Comune che è molto ben indicizzato, al punto da risultare primo in Google alla voce “Casamicciola”, per promuovere tutti gli alberghi del paese. Non ho voluto accontentarmi del ‘sentito dire’ e sono andato a conoscere una per una tutte le strutture alberghiere di Casamicciola e i loro proprietari. Riassumendo, in estrema sintesi, ecco cosa si deve fare: – Unire gli albergatori in consorzio – Dare vita ad un prodotto turistico “Casamicciola DOC” che tuteli l’autenticità e la qualità delle produzioni nostrane (benessere, trattamenti termali, cibo autoctono, vino e liquori locali, prodotti cosmetici e curativi, gite ed escursioni guidate) – Lavorare per il rilancio del porto turistico ed in particolare della banchina dei megayachts – Riordinare il settore dei microtaxi, reintroducendo le tariffe predeterminate (e sorvegliando che vengano applicate) e disciplinando l’uso di una divisa – Promuovere l’istituzione di navette condivise tra gli alberghi – Aumentare il numero delle concessioni per le terrazze balneari, estendendo le licenze anche alla possibilità di ballare – Promuovere una carta-servizi ad uso esclusivo dei turisti di Casamicciola Terme – Rendere il paese più accogliente, disciplinando e sorvegliando il decoro urbano (insegne, arredi dei locali pubblici, strutture smontabili, etc.) e con la buona manutenzione delle fioriere, la cura del verde, una migliore segnaletica e l’allontanamento dal centro storico delle attività di mercato – Avviare il bar nel porto turistico di Cala Degli Aragonesi – Essere presenti alle fiere e borse del Turismo internazionali con stands propri e materiale illustrativo pubblicitario – Fare comunicazione sui media – Istituire in accordo con gli alberghi la tassa di soggiorno e vincolare l’utilizzo degli introiti ai soli fini turistici – Rivoluzionare il portale della home page del Municipio e renderlo utile, navigabile, interessante, in grado di promuovere offerte turistiche – Nell’apparecchiare il bando per la gestione del locale di intrattenimento Capricho, valutare l’ipotesi che ad esso concorra un pool di imprenditori casamicciolesi (sarebbe magnifico se i frutti della ricchezza prodotta nel cuore del paese – 365 giorni all’anno – venissero reinvestiti all’interno dello stesso territorio di Casamicciola).

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