Thursday, April 25, 2024

Special – GIORGIO BUCHNER/13

n.02/2005

Photo:  Archivio Buchner
Text:      Nicolas Coldstream

Sei piacevoli visite a Giorgio e Dora
Nicolas Coldstream ha studiato la più antica ceramica prodotta a Pithecusa, stabilendo con Giorgio Buchner un solido legame durato diversi decenni.

Il mio primo incontro con Giorgio Buchner avvenne nel 1958 quando, giovane studente ricercatore senza esperienza, avevo da poco cominciato a preparare un´indagine generale su tutto il vasellame geometrico greco, i suoi stili locali e la loro cronologia. Singoli gruppi di scavi, accuratamente recuperati, formano i punti di forza essenziali di questo studio:ognuno di questi diventa un prezioso elemento cronologico contenente vasi strettamente associati nel tempo, dai quali può essere ricostruito il progresso dello stile locale. Avendo avuto notizia di quell´eccezionale fenomeno, un cimitero completo mai saccheggiato di singole tombe nella prima colonia greca occidentale, sull´isola di Ischia, particolarmente fiorente nell´ultimo periodo geometrico, mi affrettai a scrivere al dottor Buchner spiegandogli il mio interesse. Fui sopraffatto dalla cortesia della sua risposta. Mi invitò a stare con lui alcuni giorni per vedere e discutere di alcuni reperti immagazzinati nella sua piccola casa in Via S. Montano numero 18, molto vicina al grande cimitero coloniale che stava scavando allora. L´impatto delle sue prime scoperte era in quell´epoca ancora nuovo e vivo: per esempio lo scarabeo esattamente databile del Faraone Bocchoris (718-712 a.C.) che è diventato una pietra miliare dell´intera cronologia per il mondo greco; e la kotyle (coppa) inscritta in esametri che alludono alla coppa di Nestore, segno di un simposio conviviale tra i primi coloni, già resa familiare dai poemi epici di Omero. Ricordo nitidamente l´emozione di poter toccare con le mie mani quel prezioso ogetto, conservato in una piccola scatola di legno. Questa fu la prima delle mie sei piacevoli visite a Giorgio e Dora a Pithekoussai. In ogni occasione successiva c´erano sempre nuovi reperti da esaminare. Prima di ogni visita Giorgio mi avrebbe mandata una entusiastica descrizione delle nuove scoperte in lettere scritte in un inglese scritto a mano senza errori (che io custodisco gelosamente). Prima ci fu l´enorme deposito di abitato dall´acropoli di Monte di Vico, poi i reperti provenienti dal quartiere degli artigiani che lavoravano il metallo sulla collina di Mezzavia e infine la seconda tranche del cimitero di S. Montano, che gettavano nuova luce sulla prima generazione dei coloni euboici. Siccome i suoi ritrovamenti aumentavano occupando una dopo l´altra tutte le stanze della sua prima casa, Giorgio e la sua famiglia si trasferirono nel 1966 in un residenza più spaziosa al numero 5 di via Mezzavia che per quel tempo offriva spazio sufficiente alla vita domestica, alle stanze per conservare i reperti archeologici e anche alla mostra aperta al pubblico. Ma il materiale continuava ad aumentare. Il momento cruciale fu quando un giorno del 1980 il sindaco di Lacco Ameno decise che Villa Arbusto, allora vuota, doveva diventare sede del Museo Archeologico di Pithecusae. Mentre mi stavo occupando della pubblicazione delle ceramiche euboiche importate, trovate sull´acropoli, ricordo con piacere che per sottolineare quella felice occasione il sindaco fu invitato ad un piacevole pranzo da Giorgio. Giorgio Buchner è stato uno dei più grandi archeologi dei nostri giorni. Per me è stato un privilegio averlo conosciuto come amico e collega per quasi cinquant´anni e di aver condiviso il piacere delle sue scoperte a Pithecusae, che hanno così profondamente modificato la nostra conoscenza dei primi Greci in Occidente e delle loro relazioni con le popolazioni italiche.

Nicola Coldstream è Docente all´University College London