Tuesday, March 26, 2024

Special – GIORGIO BUCHNER/05

n.02/2005

Photo:   Archivio Ischiacity
Text:       Don Pietro Monti

Il mio amico e maestro Giorgio Buchner
Ognuno di noi porta nel proprio cuore, nei propri pensieri e nella memoria un tratto del passato, in particolare dei personaggi più importanti con i quali si è avuto la fortuna e la gioia di vivere e di imparare! Quanti ricordi si affollano nella mia mente quando penso a Giorgio Buchner ed alla sua vita con il padre e con la madre, che spesso, da seminarista, incontravo durante le loro passeggiate lungo il porto di Ischia. I Buchner, fin dalla loro venuta a Ischia, hanno fornito un grande e nascosto servizio alla cultura del posto, soprattutto per quanto riguarda le ricerche archeologiche e geologiche. Fondarono, infatti, un “Centro Studi”, cui partecipavano persone dotte e che era presieduto da Mons. Onofrio Buonocore; l´ente, inoltre, pubblicava mensilmente una piccola rivista culturale chiamata “La cultura”. «Che cosa ne facciamo di questo giovanotto?» chiedeva l´architetto Gunther al padre del giovinetto Giorgio, Paolo Buchner, in una delle tante visite che si scambiavano spesso: «…ne facciamo un archeologo!» e fu una felicissima intuizione…. Dunque, nel preparare la sua tesi di laurea, il nostro neo-archeologo cominciò insieme con il padre a perlustrare l´isola d´Ischia da capo a fondo, raccogliendo frammenti di ceramiche antiche, in modo particolare su Monte di Vico, guadagnandosi così dai ragazzi di Lacco Ameno l´appellativo di “u´ professore de´ crastulelle”! Nel 1950, dovendosi sostituire il pavimento del ‘700 della Basilica di S. Restituta, ormai ridotto in frantumi, affiorarono tre pavimentazioni antiche ed oltre a due tombe terragne furono recuperati due grossi cippi di marmo recanti delle epigrafi: una di questa, tradotta dal greco da Buchner stesso, recitava di una certa Seia Spes, atleta vincitrice della corsa dello stadio durante la trentanovesima Italide tenutasi a Napoli nel 154 d.C. In occasione di questi rinvenimenti, il 3 maggio del 1952, si tenne un simposio di eminenti studiosi: tra i relatori, il prof. Giorgio Buchner che tradusse e commentò l´epigrafe ottenendo un grande successo! Fu questa la mia prima occasione di incontro con il Buchner che, in qualità di funzionario della Soprintendenza Archeologica di Napoli, mi chiese di collaborare con lui per completare gli scavi sotto la chiesa di S. Restituta. Entrai così in piena amicizia con lui, anche grazie al fatto che sua moglie insegnava geografia all´Istituto Tecnico dove io ero docente di religione. Un giorno dissi a Giorgio:«Andiamo a visitare la vigna di Castagna che sovrasta la spiaggia di Varulo!»; proprio lì, infatti, si trovavano sempre un sacco di cocci di anfore e tegole ed anche noi raccogliemmo materiale ceramico di varie epoche. Il terreno fu poi venduto alla signora Gosetti di Milano che lì costruì la sua villa: durante i lavori di sbancamento, visto che il terreno aveva già restituito una gran quantità di materiale, furono mandate due persone fidate a guardare ed a raccogliere pezzi; in verità questi raccolsero molto poco ed a Buchner riferirono: «professò, là non esce nulla!» e così fu abbandonato ogni controllo…Pochi giorni dopo mi permisi di effettuare io stesso un sopralluogo: mi accorsi che avevano già portato via i blocchi in tufo verde dell´Epomeo; raccolsi poi due ceste di cocci, li portai a casa mia, li feci asciugare e dopo averli lavati ed esposti al sole andai a chiamare il professore Buchner: «Andiamo a casa mia e vieni a vedere!» gli dissi. Restò sbalordito! Subito telefonò al Soprintendente ed ai Carabinieri, fece sospendere lo sbancamento ed il giorno dopo avviò lo scavo archeologico, recuperando una gran quantità di materiale. Tra i vari momenti vissuti insieme ricordo come durante lo scavo della necropoli di S. Montano venne alla luce una tomba realizzata con un tumulo di pietre altissimo: tutti i passanti si fermavano per ammirarne l´imponenza. Io chiesi a Buchner se, una volta aperta ed indagata, mi avrebbe consentito di smontare la tomba per ricostituirla nel cortile della chiesa di S. Restituta: lui mi disse «Fa´ tu!» ed io mi misi subito a lavoro per numerare tutte le pietre e per poterle riposizionare fedelmente dopo il trasporto. La tomba fu scavata per ultima e dopo un lungo periodo dedicato a fotografarla e a documentarla minuziosamente – Buchner era molto preciso e attento – si scoprì che dentro non c´era niente! Quindi mi fu concesso di trasportarla a S. Restituta, ma quando il camion che doveva caricarla cominciò quasi a sprofondare giù per la stradina che portava allo scavo, Buchner cominciò a gridare, dicendo di tornare indietro perché era troppo pericoloso continuare: ebbe paura che lo scavo potesse essere danneggiato e non se ne fece più niente… Da quando ci siamo conosciuti siamo sempre stati buoni amici e non c´è mai stata gelosia o invidia: certo, lui era di carattere riservato, ma ogni volta che trovavo qualcosa e lo chiamavo, correva subito a vedere. Così fece quando in occasione dello sterro per costruire la villa del signor Vincenzo Colella vennero alla luce alcune tombe a cremazione, forse di bambini: presso una di queste furono recuperati alcuni giocattoli, probabilmente posseduti in vita da uno dei bambini che lì era stato sepolto. Si trattava di cavallucci, di carrettini con aste e con ruote e di molto altro materiale di valore che andò a finire nelle mani degli operai che scavavano lì e che se li portarono a casa. Fortunatamente la nonna del signor Silvestro Capuano, un operaio che aveva partecipato ai lavori, frequentava la chiesa e mi portò alcuni di questi pezzi…Chiamai subito Buchner che si precipitò: vide il materiale, interessante e raro, e decise di scendere nello scavo per vedere se si riusciva a recuperare ancora qualcosa. Raccogliemmo tutto, anche i frammenti più piccoli ed a sera, quando mettemmo insieme il materiale raccolto, anche quello trafugato, (alcune coppette antiche erano andate a finire nel bagno della figlia del proprietario della villa che le usava per metterci il sapone dentro!) ci rendemmo conto che si trattava di pezzi unici: con gioia immensa riuscimmo a ricostruire una processione di cavallucci e carrettini, tutti in fila…Fu una felicità immensa! Molti scienziati venivano ad Ischia da tutto il mondo per vedere le scoperte di Buchner, e molti gli chiedevano pareri, ma tra tutti io ricordo soprattutto il fedelissimo disegnatore Fritz Gerke – uno dei migliori disegnatori d´Europa! – che ha realizzato tutti i disegni delle tombe di S. Montano. Giorgio Buchner aveva uno stile di vita riservato e sereno: pur avendo ricoperto cariche di grandi responsabilità ed impegno, aveva svolto sempre i suoi compiti con fedeltà e con la massima discrezione. Mi ha insegnato molto e molto noi tutti dobbiamo a lui ed alla sua famiglia che si è sempre interessata ad Ischia rendendola grande nella cultura.

don Pietro Monti è Rettore del Santuario di S. Restituta a Lacco Ameno