Wednesday, April 24, 2024

Special – GIORGIO BUCHNER/16

02/2005

Photo:  Archivio Buchner
Text:      Antonino Italiano

 

I “ragazzi del ‘44”
Passeggiate ed escursioni per l´isola d´Ischia, discussioni appassionanti di geologia e non solo hanno alimentato l´amicizia tra Antonino Italiano, geologo ischitano e l´anziano archeologo.

Ancora studente, incerto nell´indirizzo universitario, ingegneristico o naturalistico, ebbi il primo contatto col “deposito” di cultura dei Buchner. Avvenne che, leggendo gli Atti del Centro di Studi su l´Isola d´Ischia, il mio interesse per la ricerca, sul passato della natura e delle genti, si accese e crebbe alimentato dai resoconti delle conferenze di quel gruppo di intellettuali che nel 1944 decise di costituirsi in sodalizio culturale. Benché lo scopo sociale del Centro Studi fosse limitato all´isola d´Ischia, ben presto i contributi di personalità come Alfred Rittmann, Paolo e Giorgio Buchner, monsignor Onofrio Buonocore, Cristofaro Mennella, Pasquale Polito, Giovan Giuseppe Cervera, per parlare solo di quelli che ci hanno lasciato, travalicarono questi confini geografici. Ma con lo spazio cambiò anche la scala dei tempi di riferimento. Scoprimmo le nostre origini nell´antichità greca, romana, medioevale e poi i collegamenti con la cultura europea del ‘700 e dell´800. Gli studi geomorfologici, la chimica delle rocce magmatiche, la sedimentologia e la paleontologia ampliarono le conoscenze su origine ed evoluzione dell´isola d´Ischia nel più ampio quadro del vulcanismo campano e tirreno. Lo studio dei fossili, micro e macro, e la ricerca dei paleosuoli, a cui Giorgio attribuiva, giustamente, il massimo interesse, hanno scandito il tempo delle grandi trasformazioni del paesaggio mettendo ordine sulla successione degli eventi e sulla descrizione degli ambienti. Risultati notevoli che, considerato l´esiguità dei mezzi a disposizione, diventano davvero imponenti. A monte Trippodi, in una stratificazione di pomici mi faceva notare un sottilissimo filo carbonioso, che testimoniava l´incendio di una prateria alla ripresa dell´eruzione. Ai Maronti, mentre ricognivamo la spiaggia fossile a 25 metri sul mare, trovammo un minuscolo coccio punctato. Subito lo classificò di epoca romana e mi spiegò l´importanza dei reperti sottilmente lavorati. Alla Siena, dopo il crollo del muro perimetrale conseguente ad una mareggiata, apparvero clasti di terracotta in un ammasso di terriccio: si trattava di una discarica medioevale. Quante discussioni per aggiornare i meccanismi deposizionali delle lave presso la spiaggia di Cafieri. Lui, archeologo, non perdeva occasione per affrontare quesiti di scienze naturali. Insuperata sintesi della vicenda umana condizionata dagli eventi naturali è nel saggio “Tremblements de terre, èruptions volcaniques et vie des homme dans la Campanie antique”. Le campagne di ricerca su l´isola avevano una tappa obbligata a S. Alessandro, nel saloncino di casa sua e nell´attigua biblioteca. La spedizione del CNR, conclusa nel 1988 con la pubblicazione della fondamentale monografia geologica “Island of Ischia” deve molto ai consigli e alle osservazioni critiche di Giorgio Buchner. Disponibile ad esaminare ogni nuovo filone di ricerca talvolta smontava ipotesi, a prima vista credibili, tirando fuori qualche sua acquisizione non ancora pubblicata. Nel 1996, col prof. Vita-Finzi dell´University College di Londra pubblicammo “Recent uplift of Ischia” mettendo insieme fossili marini raccolti in vari affioramenti del versante settentrionale dell´isola. Piccoli tesori scientifici furono selezionati proprio nel deposito, allestito da Giorgio, in via Mezzavia, a Lacco, dove col materiale archeologico custodiva valve di Glicimeris Venus ed una bellissima madrepora corallina di Cladocora caespitosa. Le datazioni al radiocarbonio di quei fossili descrissero con miglior precisione il sollevamento dell´isola avvenuto tra 5.000 e 9.000 anni fa. Un altro argomento che ricorreva nei nostri ragionamenti era costituito dagli eventi alluvionali come potenti agenti morfogenetici che nell´antichità, insieme alle coltri vulcaniche, avevano inumato esseri animali e vegetali, con seppellimento di capanne ed utensili. Erano tentativi di individuare luoghi privilegiati per l´indagine così come del massimo interesse era la localizzazione di sorgenti per l´importanza che aveva l´approvvigionamento dell´acqua nella distribuzione dei villaggi. Per questi aspetti Giorgio Buchner forniva spunti sempre nuovi ad allievi e amici che condividevano le sue speculazioni. Negli ultimi anni, pur in presenza di una condizione fisica difficile, continuava a far pesare i suoi giudizi con gesti eloquenti, con motivati silenzi o con improvvisi sussulti. Recentemente, per una ricerca geografica, andai a far visita alla gentilissima Dora. Giorgio seguiva a distanza la nostra discussione sull´ipotesi che la spiaggia del Lido d´Ischia, ormai scomparsa, potesse essere stata il risultato della discarica di materiali conseguenti alla trasformazione del Lago del Bagno in Porto. A sentire questa novità lo scienziato, tornato giovane, volle, con nostra sorpresa, interrompere le sue meditazioni e partecipare alla discussione. Una discussione che, nonostante tutto, continua attraverso il patrimonio di conoscenza che ci ha consegnato. Grazie professor Giorgio Buchner o, semplicemente Giorgio, come mi hai concesso di chiamarti aggregandomi, nonostante la differenza di età, ai tuoi amici e alla tua bella avventura scientifica.

Antonino Italiano è Geologo