Friday, April 19, 2024

19/2008

Text: Lucia Elena Vuoso

 

Nonostante la data ufficiale dell’inizio della primavera sia il 21 marzo, il sole splende già alto nel cielo, le giornate sono più lunghe e le strade, gli alberghi e i ristoranti iniziano a popolarsi di turisti, giunti sull’isola d’Ischia proprio in questo periodo per poter ammirare la natura che si risveglia dal letargo invernale. Uno spettacolo meraviglioso per molti, ma non per tutti. Insieme alla bella stagione e allo sbocciare di fiori e piante, nell’aria si sprigionano non solo i profumi tipici ma anche i numerosi pollini di quella che per molti è – per dirla con Loretta Goggi – una “maledetta primavera”. Le allergie stagionali, infatti, colpiscono circa il 25 % della popolazione che cancellerebbe volentieri dal calendario il periodo che dal freddo inverno porta ai mesi più caldi.
Effettivamente chi è vittima della pollinosi soffre di rinite, congiuntivite, asma. Soprattutto ad Ischia, dove per la particolare concentrazione di numerose specie di piante che provocano stati allergici, i sintomi vengono avvertiti molto più che in città: si starnutisce in continuazione, si perde il senso dell’olfatto e si tende a uscire il meno possibile per evitare il contatto con gli allergeni che volteggiano nell’aria, trasportati dal vento, perdendosi così il piacere di fare lunghe passeggiate rilassanti.
I sintomi qui descritti, ad Ischia, sono causati principalmente dallo sboccio delle oleacee, a cui appartengono l’olivo e il ligustro, delle urticacee come il basilico, l’ortica e la paritaria – detta anche erba del vento o erba muraiola, che rappresenta la specie più comune e cresce soprattutto nei luoghi incolti, sui muri e vicino ai ruderi – delle graminacee, identificabili in tutte le più comuni erbacce da giardino, delle cupressacee quali il cipresso e numerose piante usate a scopo ornamentale.
La fioritura di queste specie di piante va dalla fine di gennaio a marzo per le cupressacee, da aprile a giugno per le graminacee e le oleacee, e anche l’albero di nocciolo, appartenente alla famiglia delle corylacee, sprigiona i suoi pollini in questo periodo. La parietaria invece fiorisce tutto l’anno.
Molto diffuso ad Ischia, come in Sardegna e in tutto il bacino mediterraneo è anche il favismo, intolleranza alimentare genetica che si scopre fin da piccoli effettuando semplicemente delle analisi del sangue. In questo caso bisogna stare attenti a non ingerire fave, fresche o secche, cotte o crude, ridurre la quantità di legumi nella dieta ed evitare di prendere determinati farmaci poiché alcune sostanze contenute in questi alimenti distruggono rapidamente i globuli rossi causando, nel soggetto colpito, debolezza, impallidimento, nausea, vomito e crisi emolitiche gravi. I favici però devono stare molto attenti anche ai pollini sprigionati da questi legumi nel periodo che va da febbraio ad aprile, soprattutto in prossimità dei campi e dei fruttivendoli.
Ci sono degli accorgimenti che le persone allergiche possono avere per evitare di stare male, primo tra tutti accertarsi del periodo di sboccio della pianta che provoca malessere e iniziare delle cure omeopatiche a base di integratori di manganese e ribes nero, che fortificano l’organismo e, nei casi di allergie non molto forti, funzionano anche come antistaminici.
Bisogna inoltre evitare di usare la bicicletta o il motorino, munirsi di un deumidificatore per aerare la casa e non aprire la finestre se non nelle prime ore mattutine o in tarda sera; inoltre è meglio evitare di uscire nei giorni ventosi e dopo le piogge che sminuzzano i pollini in particelle piccolissime maggiormente allergizzanti e in grado di raggiungere le vie aeree più profonde.
Per quanto riguarda le terapie, è possibile ridurre il malessere attraverso l’uso di farmaci sintomatici quali antistaminici, broncodilatatori e cortisonici e, contemporaneamente, curare la patologia allergica ricorrendo al vaccino, l’unico trattamento in grado di modificare la risposta dell’organismo verso l’allergia a breve termine. Avverte il dottor Enzo Mazzella però, che bisogna essere molto cauti nella decisione di fare il vaccino, poiché si tratta di una terapia da somministrare una volta alla settimana per un periodo che varia da tre a cinque anni ed è garantita la riuscita nel 75 % dei casi.
Seguire questi piccoli accorgimenti non vuol dire eliminare per sempre l’incubo delle allergie ma potrebbe servire a non farci trovare impreparati dalla primavera che bussa alle nostre porte quando meno la si aspetta.