Saturday, July 27, 2024

Politics

Photo: Redazione Ischiacity
Text: Riccardo Sepe Visconti
Jewellery: Gioielleria Bottiglieri
MakeUp: Nancy Tortora
Hair: Cristian Sirabella
Assistant: Daniela Laganà

 

Il più giovane dei sindaci isolani l’ingegnere Giosi Ferrandino è anche colui che, più di tutti, ha rivoluzionato il suo paese, portandolo da una cupa fase di stallo ad un’effervescente era di progettualità. Oggi Casamicciola Terme, un tempo luogo di transito tra Ischia e Forio, si prepara a diventare il “salotto buono” di tutta l’Isola.

Uno dei momenti fondamentali della sua sindacatura è costituito dai lavori pubblici che sono in esecuzione…
I lavori saranno completati per la prossima Pasqua e anzi siamo in leggero anticipo. Essi rientrano in una serie di interventi previsti nel programma con cui la mia giunta è stata eletta: ne abbiamo completato già l’80% e quindi siamo certi di portarli a termine entro la fine del mandato, cioè la primavera 2007.

In cosa consistono?
Abbiamo voluto prolungare l’isola pedonale di piazza Marina, sempre chiusa al traffico, mentre la nuova area pedonale lo sarà solo in alcune fasce orarie, per consentire l’accesso ai residenti della zona alle spalle della litoranea che è densamente abitata. Si chiuderà la sera dopo le 19.00 e il parcheggio arretrerà fino all’incrocio con via Pio Monte della Misericordia. Siamo certi che, in tal modo, il commercio avrà un nuovo slancio, anche perché, contemporaneamente, cominceranno i lavori di ampliamento del porto, la cui capacità ricettiva, per le imbarcazioni da diporto, raddoppierà. Il fatto è che, finora, Casamicciola non aveva una zona commerciale per lo shopping adeguata alla clientela che arriva nel porto, clientela che quindi si sposta verso Lacco Ameno o Ischia. L’ampia zona pedonalizzata e il successivo miglioramento delle strutture commerciali dovrebbero colmare questa lacuna.

Parliamo del problema parcheggio, l’area che verrà creata sarà sufficiente, nella stagione estiva, ad accogliere le auto di quanti vengono a passeggiare nel centro di Casamicciola?
Dal prossimo anno attiveremo un’area di parcheggio per 300 vetture all’interno del Pio Monte, dove si tiene il mercato, che andrà ad aggiungersi ai 100 posti nella zona del parcheggio dell’ANAS: 400 posti all’ingresso del paese sono, secondo noi, sufficienti. Nella nuova zona pedonale si potrà parcheggiare solo di giorno, quando è aperta al traffico.

Ma non vi siete fermati al centro di Casamicciola…
Infatti, abbiamo riqualificato i rioni, rifatto le fognature, ripavimentato le strade, rinnovato l’arredo urbano per renderli più accoglienti.

Tornando ai lavori che coinvolgono l’arteria per Lacco e Ischia, ritiene che essa reggerà all’impatto del traffico estivo?
Va detto che, già da qualche anno, le lunghe file delle auto in attesa all’imbarco non ci sono più, grazie alla strada costruita verso mare, mentre, per quanto riguarda l’annoso problema dei camion, ci siamo battuti per concentrare di notte le corse ad essi destinate e questo dovrebbe limitare il problema. Il fatto è che Casamicciola manca di una variante, per esempio un tunnel, ma è un progetto grandioso e semmai ci penseremo in un secondo mandato.

Non crede che questo genere di opere comporti la perdita delle peculiarità che hanno fatto il successo di quest’isola, trasformandola in una succursale della città?
Stiamo parlando di centri urbani, non andiamo ad antropizzare zone ancora incontaminate, ma quello che già c’è va migliorato.

I casamicciolesi come hanno recepito questo progetto?
Spesso la gente ha bisogno di vedere i progetti realizzati per capirli, è accaduto in zone in cui ho dovuto vincere forti resistenze per allontanare le auto e pedonalizzare ma che, adesso, vengono pienamente utilizzate, e con soddisfazione, dalla popolazione.

Come vede l’immediato futuro di Casamicciola?
L’inversione di tendenza è già avvenuta: è un buon segno, per esempio, che strutture dismesse da decenni stiano per riaprire i battenti perché si incoraggia l’imprenditoria ad investire, passaggio fondamentale dato che non si può delegare tutto al pubblico, il privato deve fare la sua parte. Casamicciola è di nuovo una meta richiesta dai turisti, grazie alla promozione attenta e puntuale del comune da noi voluta, presso le località turistiche invernali, sui cataloghi delle agenzie, quest’anno eravamo presenti anche alla BIT con un nostro stand.

I giovani hanno percepito questo cambiamento?
Sicuramente sono stati creati posti di lavoro attraverso le 2 nuove s.r.l. con socio unico il comune di Casamicciola. Abbiamo affidato a queste società molti servizi e ciò ha consentito di fare delle assunzioni, dato che la Finanziaria impedisce assunzioni dirette da parte dei comuni. In questo modo ritengo ci sia una quarantina di famiglie che oggi hanno un posto di lavoro. Solo la società del porto ha avuto 15 nuovi assunti, lo stesso dicasi per l’eliporto, un tempo terra di nessuno in cui si atterrava senza pagare. Finalmente adesso è in regola con le norme di sicurezza, la Regione Campania finanzia per buona parte il servizio del 118, speriamo che sia collegato direttamente con l’aeroporto di Fiumicino e chi ne usufruisce deve pagare, perciò gli stipendi non gravano sulle casse comunali. Conto anzi, nel giro di 1 o 2 anni, di non far più pagare l’ICI ai cittadini di Casamicciola, per lo meno sulla prima casa: in questo modo si ridistribuiscono su tutta la cittadinanza i benefici che derivano dal porto turistico.

Il porto ha un ruolo fondamentale nel bilancio del comune?
Certo, quando l’abbiamo preso in consegna incassava 300.000 euro, oggi oltre 1.000.000 (a fronte di una spesa di 300/400.000 euro) e questo denaro ci consente già oggi di sostenere spese che altri comuni non possono permettersi e, in prospettiva, di eliminare l’ICI appunto: è un obiettivo maggiore di quello che mi ero prefissato all’inizio.

Emerge un quadro in cui il sindaco deve essere sempre di più un imprenditore.
Sì, perché il vecchio sistema per cui si riceveva il denaro dallo Stato e dalle tasse e lo si impiegava per pagare stipendi e assistenza sociale non funziona più. Si devono creare risorse, sviluppare il paese, perché dall’alto non arriva più nulla.

Quanto è importante il fatto di essere ingegnere in quello che lei fa come sindaco?
Molto, a mio parere, perché mi accorgo che, mentre fino alla fine degli anni ’80 bastava contare politicamente per ottenere finanziamenti, attualmente serve ancora ma non è sufficiente. Oggi se non si programma e non si fanno progetti integrati, non si ottengono finanziamenti e in questo senso ragionare da ingegnere è molto utile. Devo anche dire che chi governa non è solo il sindaco, sono affiancato da persone che, in base alle proprie competenze e sensibilità, sono assegnate a settori in cui operano egregiamente. Il sindaco è un coordinatore che deve riuscire a trarre il meglio da ognuno.

Quando è nata la sua passione per la politica?
Mi interessava fin da ragazzino, quando seguivo i consigli comunali. Subito dopo la laurea mi presentai e fui eletto come consigliere di opposizione. Poi decisi di farmi da parte, feci il coordinatore per Forza Italia continuando però a partecipare attivamente alla vita politica di Casamicciola. Nel 2002 non volli candidarmi: avevo deciso che la prossima candidatura sarebbe stata a sindaco ma dovevo dimostrare di poter ottenere consensi. Così si candidò mio fratello Massimo, che giunse secondo con 400 voti di preferenza e ciò mi fece capire che i tempi erano maturi per la mia candidatura. La sua esperienza fu di qualche mese e in quell’occasione si stabilì che i primi 3 eletti avrebbero nominato degli assessori: lui scelse me che ebbi l’incarico per i lavori pubblici, l’urbanistica, l’ambiente. Quei 5 mesi mi servirono molto, perché era la prima volta e mi permise di entrare nel meccanismo dell’amministrazione.

Cosa deve avere un sindaco per riuscire?
Sono necessarie qualità di mediatore e fortunatamente questa è una dote che mi appartiene per carattere. Anche in un’amministrazione molto compatta come la nostra sono essenziali perché divergenze si creano inevitabilmente.

Nel privato chiede consiglio a persone fuori del suo entourage?
Non posso dire di avere una persona in particolare cui faccio riferimento ma ascolto chiunque voglia parlare con me o mi dia consigli e ho la capacità di cambiare idea se mi rendo conto che ce n’è una migliore. Spesso mi accorgo, tuttavia, che all’esterno la nostra attività viene percepita in maniera distorta e mi rendo conto che ogni amministrazione avrebbe bisogno di una persona che curi la comunicazione con la gente.

Quali sono le sue ambizioni oltre a essere sindaco per un altro mandato?
Essere eletto al secondo mandato significherà avere la conferma del fatto che i miei concittadini hanno capito e gradito quello che l’amministrazione ha fatto e quindi sarà per me molto importante. Quanto a un progetto più lontano, va detto che con la nuova legge elettorale è, per un verso, molto più difficile per un ischitano uscire dall’ambito locale, mentre è molto più facile se si entra nel meccanismo di un partito e si conta al suo interno. Ritengo comunque che, io o chiunque altro riesca ad andare oltre l’isola, ne trarrà beneficio l’intera collettività. Si pensi, per esempio, alle opere pubbliche che si sono ottenute grazie ad Enzo Mazzella e a Franco Iacono. Oggi l’isola non è molto considerata sul piano politico anche se penso che, se ci si muove bene, al di là del fatto che siamo 60.000 abitanti, quest’isola è come un palcoscenico, dà risonanza a quello che si fa, a prescindere dai numeri. Probabilmente in una decina d’anni si potrebbe, lavorando bene, creare una classe dirigente all’altezza.

Parliamo della crisi del turismo, delle scelte sbagliate di alcuni operatori privati, dettate dall’avidità ma poco intelligenti…
La crisi indubbiamente c’è, anche se sono convinto che, pur non facendo più nulla, per altri 20 anni il turismo andrebbe comunque avanti. Il mercato tedesco è venuto meno ma abbiamo recuperato molto con la clientela italiana, soprattutto del Nord; il problema, semmai, è che la stagione si è accorciata perché i tedeschi venivano anche nei mesi più tranquilli, gli italiani no. Con l’eccezione delle scelte di alcuni, penso che Ischia debba moltissimo ai suoi imprenditori che, negli anni ’60, hanno investito e si sono indebitati rischiando, per creare le loro strutture che hanno consentito di consolidare il successo dell’isola. Attualmente stiamo scontando il fatto che Ischia, per decenni, è stata soprattutto un centro termale, che perciò ha attirato un certo target di turisti. Oggi che, per esempio, i giovani tedeschi non fanno più turismo termale, non hanno interesse a venire a Ischia, che loro conoscono solo in questi termini, e preferiscono località come la Croazia, belle e più economiche. La macchina del turismo va riconvertita e le amministrazioni devono fare la loro parte: noi abbiamo sempre incoraggiato gli imprenditori che scelgono di investire nel nostro comune, dove c’è bisogno di luoghi di ritrovo, di attività commerciali interessanti in modo che non sia più sentito dai turisti solo come il posto dove sono gli alberghi e penso che un certo cammino su questa strada si sia già fatto.

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