Friday, March 29, 2024

SVEGLIA CON CAMPANELLI

È molto probabile che tanto della rinascita di Pozzuoli lo si debba ad una donna lungimirante e dalla mentalità aperta, che ha saputo coniugare con grande equilibrio il rapporto tra lo Stato – che essa rappresenta (prima come Soprintendente adesso come direttrice del Parco Archeologico dei Campi Flegrei) – la Storia e gli Uomini. Quella di Adele Campanelli è una missione delicatissima e difficile perché da sempre alla Soprintendenza tocca “il lavoro sporco”, e cioè il compito di tutelare i beni archeologici contro l’avidità, la sciatteria, l’ignoranza o la più semplice e diffusa necessità delle persone comuni di appropriarsi degli spazi edificabili, incuranti che quegli stessi luoghi siano depositari di grandi ricchezze del passato. La Soprintendenza spesso, troppo spesso, è stata vista come lo “sceriffo cattivo”, insensibile alle dinamiche di un mondo che cambia, progredendo attraverso l’abbraccio necessario con la modernità. La Soprintendenza spesso, troppo spesso, anche a causa di una “comoda miopia”, si è appuntata quella stella di sceriffo impegnandosi a vietare tutto ciò che – sotto la sua severa autorità – poteva essere interdetto, circoscritto, reso distante, frequentemente celato agli sguardi dei “non addetti”. Insomma, la Soprintendenza ha finito per sentirsi élite, allontanandosi, volutamente, dalla gente comune attraverso un profondo solco scavato per separare la cultura di pochi dall’ignoranza di molti. Così facendo gli ignoranti (non c’è poi alcuna colpa ad esserlo) sono rimasti tali, mentre i colti si sono sempre più arroccati nelle loro torri d’avorio dove, per dirla con Lucrezio, hanno potuto assistere dall’alto, indisturbati, al “grande turbamento del mare in tempesta” che – naturalmente! – travolge gli altri… Questo atteggiamento di algida superiorità ha, nel tempo, svuotato i musei, allontanando milioni di visitatori, impoverendo le casse degli Enti preposti alla manutenzione e destinando così la maggior parte dell’immenso patrimonio culturale italiano alla polvere. Sono centinaia i siti interdetti al pubblico o scarsissimamente visitati, così come (anche per mancanza di risorse economiche dovuta alla cattiva gestione di quello stesso patrimonio) sono moltissimi i reperti che restano celati nei magazzini. Per fortuna (e lo leggeremo nell’intervista rilasciata a Fabio Fazio dal ministro Franceschini) il MIBACT ha recentemente intrapreso una nuova strada, o quantomeno il ministro Franceschini ha iniziato a batterla, prima in tandem con il premier Renzi, oggi, forse un po’ più in solitaria, ma pur sempre in sintonia col Governo; e questa nuova strada ha un nome, si chiama “valorizzazione del patrimonio culturale”. Può sembrare banale, ma non lo è affatto, poiché il concetto di valorizzazione fino a ieri era sostituito dal solo principio di “tutela”. In nome della tutela dei beni culturali si preferiva non rischiare di esporli al contatto (indistinto) con la massa. Come se le opere d’arte non abbiano quale unico obiettivo di esistere quello di essere ammirate dalla maggior quantità possibile di persone! Se vi sembra poco l’aver invertito un tale principio, allora è inutile che continuiate a leggere e che vi interessiate alle storie che Ischiacity ha deciso di raccontare attraverso l’inserto sulla rinascita di Pozzuoli e dell’Area Flegrea. Perché in questa (bella) Storia ruotano le vite, l’impegno, l’audacia e la visione prospettica di molti personaggi, ognuno con il proprio ruolo istituzionale, ognuno con una gran dose di coraggio. Essi sono il ministro della Cultura Dario Franceschini, il governatore della Campania Vincenzo De Luca, il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, e la direttrice del Parco Archeologico dei Campi Flegrei Adele Campanelli. Grazie a loro, alla loro intesa e soprattutto alla loro ferrea determinazione, millenni di Storia – fascinosissima e intensa – finalmente ritorneranno, recuperati e restituiti agli occhi della gente, ad impattare con la vita delle persone, interagendo con il pubblico attraverso un’aperta e “normale” quotidianità. E la Storia, l’Archeologia, l’Arte finalmente potranno sedurre di nuovo milioni di persone e con ciò generare lavoro, turismo, economie…

Tutto questo Adele Campanelli lo ha capito perfettamente e se n’è fatta interprete, svincolando da vetusti lacci e lacciuoli le ferree regole della Soprintendenza: ecco quindi che l’ottimo allestimento del percorso archeologico del Rione Terra torna a dare vita alla antica città interrata, e quanto prima l’Arena Flegrea riprenderà ad essere un teatro a cielo aperto. Così come il bellissimo museo di Baia, presto, chissà prestissimo, potrà accogliere migliaia di visitatori – a patto che da freddo e muto sito archeologico si trasformi in un luogo di accoglienza, piacere e racconto. Adele Campanelli queste idee le ha ben radicate e noi di Ischiacity le siamo molto grati della determinazione con la quale – tra mille difficoltà, non ultima anche una recente indagine della Procura di Napoli dai contorni assai discutibili – le porterà avanti.

concerto all'Arena_Enzo Buono (64)