Thursday, May 2, 2024

13/2007

Text: Anna Di Corcia

 

Claudio Cappello, trentenne isolano che ha fatto del suo talento artistico la sua ragione di vita, lavorando per importanti editori italiani del fumetto come Bonelli e affiancando i suoi soci nella direzione dell’agenzia pubblicitaria Eicon, per la quale mette a frutto le sue doti di osservatore e il suo carisma artistico nei prodotti fotografici e nei lavori audio visivi che si rivelano essere ulteriori piani di sfida e occasioni inedite di espressione per il suo “occhio da disegnatore”.

Claudio ci racconti come nasce una storia a fumetti?
Per prima cosa si pensa al soggetto che in gergo viene definito Plot, poi si dà uno sviluppo alla storia più o meno in dieci righe e infine ci si sofferma sul numero dei personaggi, sulla tipologia dei dialoghi e sul numero delle vignette che li conterrà.
Come scegli il viso e il corpo di un personaggio?
Dipende molto dal carattere che voglio conferirgli e dalla storia in cui voglio venga coinvolto. Se devo conferirgli un aspetto caricaturale tendo a costruirlo in modo irreale. Esiste un criterio, ad esempio, che mi permette di ricavare immediatamente il volto e la sagoma dei personaggi. Per ottenere il volto di un uomo mi basta incrociare un otto con un punto interrogativo rovesciato così come per ottenere la figura di una donna si può tracciare la sagoma di una caffettiera e da lì partire. A volte uso delle foto per ottenere delle sagome da cui partire, questo mi evita la fase della creazione a matita e mi permette di lavorare dal vero e intervenire su figure già ben delineate.
Nei tuoi fumetti spesso si riconoscono personaggi familiari alla nostra isola, guardi molto ciò che ti circonda?
Sì, mi guardo attorno, direi che se mi dovessi dare una definizione mi definirei un visivo, per me gli occhi sono la prima finestra sul mondo e la vista è il senso attraverso cui succhio l’essenza delle cose, quindi a volte nei miei fumetti ci capitano anche i miei amici, le persone che mi gironzolano intorno.
Claudio spesso tu disegni storie con Supereroi, personaggi imbattibili, che hanno doti straordinarie di coraggio e forza come i cow boys dei films di Sergio Leone da te molto amati, cosa ti affascina di questo mondo?
Beh, i supereroi rappresentano la fantasia sfrenata, l’ideale per far girare i miei pensieri e lanciarli tra le nuvole! “A’ capa mia addà sbarià!” e disegnare questi personaggi per me è il modo miglior di farla girare. Ispirarmi alla perfezione mi ricorda che ci si può sforzare di non essere mediocri perciò in questo lavoro, che è l’unico che avrei potuto fare per essere felice, inseguo sicuramente anche questo obiettivo.
Ad maiora, allora e… mi dici quale è il lavoro che ti ha dato più soddisfazione realizzare?
Quello che non ho ancora fatto!
Quale è stato il tuo primo lavoro importante?
La realizzazione, assieme ai miei attuali soci di lavoro (Marco Di Majo, Peppe Iacono e Marco Bizzarro) della prima guida dell’Isola di Ischia a fumetti intitolata “La stella del Golfo”che narra la storia di un’avvenente e maliziosa motocarrozzista isolana nata da una relazione tra Afrodite e un motocarrozzista, quindi figlia d’arte perché è bellissima e taxista a sua volta. La guida offre anche una rassegna degli esercizi commerciali che hanno voluto essere pubblicizzati, con i titolari in primo piano raffigurati in maniera caricaturale.
Qual è il tuo obiettivo professionale più ambito?
Disegnare Supereroi per la Scuola Europea del Fumetto!
Che cos’è la Scuola Europea del Fumetto?
Si tratta di una corrente artistica che tratta fumetti fantastici esclusivamente in Bianco e Nero che è la modalità che preferisco in quanto consente di lasciare che la storia venga raccontata solo dai tratti dell’inchiostro, senza l’uso del colore, in questo modo l’immagine, secondo me conserva tutta la sua drammaticità ed essenzialità.
In genere lavori da solo o in compagnia?
Lavoro in sinergia con chi pensa alle scene e alla sceneggiatura, spesso lavoro con Marco e Peppe che sviluppano la storia mentre io mi occupo dei disegni e dell’inchiostratura (ndr. secondo la corrente della Scuola Europea del Fumetto, un fumettista professionista deve saper tanto disegnare quanto inchiostrare, mentre la corrente della Scuola Americana del Fumetto scinde i due ruoli a favore di una maggiore produttività).
Visto che Peppe è seduto con noi decido di chiedere anche il suo punto di vista.
Ciao Peppe, dato che sei anche tu artista e sceneggiatore mi vuoi spiegare come si verifica il vostro sinergico gioco creativo?
Non c’è una regola, diciamo che quando siamo insieme e io comincio ad inventare una storia, Claudio è l’unica persona con cui abbia lavorato che riesce a starmi dietro, ha la capacità di improvvisare una storia su carta nell’attimo stesso in cui la partorisco dalla mia testa. Riesce a rendere con immediatezza il carattere di un personaggio e a metterlo in scena, cosa che non è da tutti.
Un’ultima domanda a Claudio Cappello: ti senti più un artista o un artigiano?
Direi un artigiano, perché penso che il termine artista lo affidi il tempo se la tua arte sopravvive e continua ad avere un senso per la società, quindi… ai posteri l’ardua sentenza!