Thursday, May 2, 2024

20/2008

Photo: Marco Albanelli
Text: Lucia Elena Vuoso

 

Un giro intorno alla parete bianca e liscia che come una grande tela aspetta di ricevere forme e colori su di sé. Un giro dentro se stessi per capire, per trovare la scia del momento, il lampo che riempie quel pannello. Ci si lascia trasportare dalla fantasia, dal vissuto, dal visto e dal pensato per generare miti immaginari, santi e madonne, squarci di vita ischitana. E il bianco si arena. E la foggia e le sfumature nascono dalle mani di Franco e Luciano.
Entrambi diplomati in materie tecniche come l’agraria e la meccanica, circa trenta anni fa hanno sentito il forte impulso di usare il talento che esprimono con le loro mani per creare la materia grezza, per plasmarla, per decorarla. Come due moderni alchimisti che infondono vita alla materia, Francesco Calise e Luciano Filo hanno la bottega nel cuore di Forio, dove nascono le idee e le opere, di arte più che di artigiani, mescolando e lavorando sapientemente terra, acqua, fuoco e aria.
L’argilla, toscana o vicentina, viene lavorata, il più delle volte da Luciano, con la tecnica del colombino, la più antica e anche la più difficile poiché non ci si serve del tornio (che rende gli oggetti perfettamente rotondi e molto leggeri), ma si modella l’argilla unicamente con le mani in tanti rotolini, che si appoggiano uno sull’altro per formare le pareti dell’oggetto. Creazioni meravigliose e originali vengono fuori dalle mani di Luciano, dalle fontanelle alle tulipaniere, dalle gerle intrecciate agli otri per il vino e poi piatti, vasi e sculture raffiguranti limoni, pigne d’uva, carciofi di impressionante realismo, grappoli di olive o fiori completi di bulbo e radici che divengono originali appliques.
L’argilla modellata cuoce ad una temperatura di 950 gradi e, una volta tolta dal forno, viene cosparsa di maiolica, una sostanza bianca e opaca, come una vernice, che crea la superficie su cui Franco effettua prima un disegno a matita, che poi colora e rifinisce nei minimi dettagli. Angeli, putti, sirene, tritoni, pavoni, lepri, trionfi vegetali ma pure piccolissimi insetti dalle ali eteree, paesaggi incantati ed incantevoli (in cui spesso si riconoscono scorci di Forio), abitati, talora, da ingenue figurine di contadini, il tratto deciso, una tecnica di luci ed ombre che esalta i contrasti luministici: questi i temi e gli elementi distintivi della pittura con cui Franco anima la ceramica. Si definisce barocco, ama Caravaggio, ha avuto come maestro un grande artista isolano, Taki, che gli ha insegnato a mescolare i colori e ad usare bene la tecnica, fino al momento in cui l’allievo ha potuto prendere la sua strada. Franco dipinge sulla ceramica come se stesse facendo un acquerello, tenendo ben presenti le diverse sfumature che i colori assumono durante la seconda cottura, che si effettua a 920 gradi, per cui il violetto diventa blu e il grigio scuro, verde. Spesso le figure vengono rifinite con l’oro e l’opera torna in forno una terza volta e, per renderle ancora più preziose, viene dato l’effetto antico, creando le “cavillature”: l’oggetto viene immerso nell’acqua fredda appena tolto dal forno e le crepe che si formano vengono accentuate col catrame, per imprimere il caratteristico segno del passaggio del tempo.
Dalla combinazione degli elementi naturali con il lavoro a quattro mani di Franco e Luciano possono nascere piccoli oggetti come piatti, mattonelle, appliques oppure pezzi unici, come i pannelli realizzati per villa Tara a Succhivo, frazione di S. Angelo (fotografati in queste pagine), dove decine e decine di mattonelle dipinte una ad una compongono veri e propri affreschi in cui lo sguardo si perde osservando i minuti dettagli. Tuttavia l’attenzione e la cura per i particolari e contemporaneamente per l’armonia della composizione non vengono meno neppure quando il protagonista è un uccellino dal piumaggio multicolore al centro di un piatto.
E infatti, queste opere di alto artigianato attraversano l’oceano, richieste in Australia come negli U.S.A., e hanno contribuito a rendere esclusivo l’atelier di uno stilista alle sfilate della ‘moda uomo’ milanese. Franco Calise e Luciano Filo mantengono tuttavia un forte legame con il paese in cui vivono e lavorano: le loro Madonne ornano le facciate di alcune chiese e due di esse sono state scelte per essere donate a Giovanni Paolo II in visita ad Ischia nel maggio 2002; hanno disegnato e realizzato i premi per la seconda edizione del Global Film & Music Festival ed è opera loro anche la ricostruzione fedele in resina della statua settecentesca dell’Angelo che “corre” nella tradizionale processione del lunedì di Pasqua per le strade di Forio.