Thursday, May 2, 2024

26/2009

Photo: Riccardo Sepe Visconti
Text: Lucia Elena Vuoso

 

Proviamo a perderci con la fantasia in quella che era l’isola d’Ischia molti anni fa, quando i nostri nonni erano giovani, proviamo ad immaginare la quotidianità di massaie, muratori, ragazzini, proviamo ad entrare nelle case, nelle botteghe a passeggiare per le strade, in carrozza o a piedi scalzi. Proviamo a sentire le voci e il brusio di borghi, baie, paesini e campagne. Proviamo, per un attimo, ad immergerci nella realtà del Natale isolano di un tempo, fatto di stufe accese, noci e noccioline come premi di tombolate, messa di mezzanotte, calze riempite di fichi secchi e cenere e presepi, costruiti con muschio, sughero e pastori alti venti centimetri, vestiti con stoffe cucite su misura. Proviamo a sentire l’odore pungente dei ramoscelli appena colti per ricreare gli alberi e ad assaporare l’atmosfera magica nel collocare le statuette al posto giusto, a palpare la felicità di grandi e piccini.
Quella stessa aria e quella stessa genuinità che possiamo solo sognare, si riscoprono visitando uno dei presepi che l’Associazione Italiana Amici del Presepe Sezione di Ischia allestisce in occasione delle feste natalizie: il presepe ischitano, che raffigura la natività tra monumenti, elementi naturali e mestieri tipici dell’isola. Ed ecco che nello spazio di una stanza, ad Ischia Ponte, è possibile vedere – perfettamente ricostruiti – il Palazzo Malcovati, una strada in salita fatta di basoli, l’eremo di San Nicola quando l’Epomeo si chiamava popolarmente così, le grotte di Cavascura, famose per la sauna naturale prodotta dalle bollenti acque termali, il Torrione di Forio eletto fortezza di Re Erode, quattro piani di coltivazioni di viti a terrazzi, le cosiddette ‘parracine’ ricreate pietra per pietra, con vera terra, steli, foglie e piccoli acini d’uva. Su di un tetto si svolge la ‘Ndrezzata, festa canora e danzante per la vendemmia, con le statuine dei personaggi vestite con il caratteristico costume bianco-verde-rosso e, in primo piano, in una casa diroccata, ecco San Giuseppe, Maria e il Bambinello. La minuzia dei particolari è tale che non è difficile perdersi sbirciando all’interno di un’abitazione: il letto alto, le lenzuola di merletti, il comodino di legno massiccio con sotto il vaso da notte, la cristalliera coi bicchieri e i ninnoli più preziosi. I tratti dei personaggi sono così realistici che ci si aspetta che la massaia affacciata al balcone a stendere i panni, gridi da un momento all’altro al bimbo che passa lì di sotto di raccoglierle lo strofinaccio caduto o al fornaio di mandarle su il pane. Ma come si fa ad ottenere una rappresentazione così veritiera della realtà?
“Occorrono tanta pratica e un impegno costante – spiega Pasquale Di Massa, presidente dell’Associazione, ideatore e realizzatore di un’opera d’arte ogni anno più bella. Noi iniziamo a progettare il presepe appena terminate le festività e smontato quello precedente, prendendo spunti da racconti di contadini, pescatori e persone anziane, facendo degli schizzi che vengono proposti durante le riunioni. Due mesi prima del Natale, poi, si inizia a costruire”. Il lavoro che c’è dietro un presepio scenico da esporre al pubblico è molto più di quello che si possa pensare, per cui occorrono diverse persone a lavorarci, ognuna con la propria specialità. In via Stradone, Pasquale Di Massa assembla l’impalcatura che sarà l’ossatura, la base d’appoggio della struttura e di chi dovrà lavorarci sopra, poi sistema il primo piano, con case grandi e personaggi di circa 20 centimetri, studiando le distanze tra le varie costruzioni; successivamente allestisce lo sfondo, con le montagne fatte di cartapesta ricoperta di gesso e verniciata in sfumature di verde e marrone dove vengono poggiate casette e pastori di dimensioni ridotte e infine, analizzando i rapporti prospettici, crea il livello intermedio, dove di solito c’è un corso d’acqua e le botteghe degli artigiani. Chi realizza le miniature di mobili e oggetti è Michele Di Meglio, che vi dedica 4 ore al giorno, studiando tecniche e stili da libri di modellismo e di antiquariato, poi c’è Luigi Iacono che si occupa dell’impianto elettrico e delle luci, armonizzandole all’ambientazione per colore ed intensità, ed ancora Vincenzo Schiano cuce le vesti tipiche per le statue più grandi e Pasquale Iodice mette a disposizione lo spazio e si occupa dell’apertura e chiusura al pubblico. Un team vincente a giudicare dal risultato, dal numero di visitatori che cresce ogni anno – tra i quali anche il celebre pittore Mario Mazzella che abitava lì accanto e che immancabilmente si complimentava per la cura della realizzazione – dai concorsi nazionali ed internazionali ai quali partecipano, dalle mostre come quella attualmente visitabile all’hotel Noris, all’ingresso di Ischia Ponte, dove si può vedere una presepe che contiene anche il Castello Aragonese e un documentario di Ciro Cenatiempo e dalle numerose iniziative come la “Festa del Presepe” che si tiene ogni anno il 6 gennaio, per far crescere nelle famiglie la cultura di una tradizione che sta scomparendo. Ma con i suoi numerosi iscritti sparsi in tutta l’isola – tra cui ricordiamo Walter Marna, un ragazzo poco più che ventenne che dà la sua personale interpretazione del presepio ischitano inserendo elementi caratteristici come il palazzo di Boccia, con tanto di forno per il pane e di pagnotte appena sfornate, Libera Di Costanzo, tra le poche donne a dedicarsi alla costruzione artistica e il più anziano membro Cosimo Cronvello che adopera la tecnica degli specchi per allargare la scena e far carpire dettagli nascosti – la sezione ischitana dell’Associazione è diventata il punto di riferimento di quanti amano le feste natalizie.

I presepi sono visitabili nelle vie di Ischia Ponte per tutte le festività natalizie, al mattino dalle 10 alle 13 e nel pomeriggio dalle 15,30 alle 20 (21.30 nei festivi).