Tuesday, April 30, 2024

People- MONTAGNA CHE PASSIONE

21/2008

Photo: Redazione Ischiacity
Text: Cecilia D’Ambrosio

 

Un po’ per pigrizia, un po’ per mancanza di tempo non tutti conoscono il meraviglioso mondo della montagna che ci circonda. Ma ovunque ti trovi sull’isola la puoi vedere. ‘Lei’ si erge maestosa con il suo manto verde dalle mille sfumature. Il monte Epomeo, il Cretaio, il Montagnone, il monte Vezzi, si uniscono in un grande abbraccio e, guardandoci dall’alto, ci invitano ad attraversarli per scoprire un mondo incantato fatto di alberi, rocce, sentieri…
Riccardo Precisano è nato e vive tuttora a Casamicciola Terme, adora la montagna, è qualcosa che lo ha sempre appassionato, conosce tutti i sentieri, dai più semplici a quelli più ardui. Per lui la natura è come una seconda madre, da amare ma soprattutto da rispettare. Ed è proprio questo il messaggio che intende trasmettere ai suoi figli e a tutti coloro che, per passione o per curiosità, si avventurano sui monti con lui. È un uomo che ama le piccole cose, con un bagaglio culturale accresciuto dalle tante esperienze della vita. Mi racconta che nel bosco ci è cresciuto, da bambino era il posto ideale per giocare e divertirsi con gli amici, si arrampicavano, facevano gare scivolando per i dirupi, e sorride nel ricordare le dure giornate di allenamento in compagnia di Pasquale Di Paola, campione di full contact: “All’epoca non c’erano molti soldi e per questo anziché comprare i pesi mi legavo alle caviglie i piombi presi dai tubi idraulici, e dopo si iniziava a correre su e giù per le scarpate”.
Oggi sono sulla collina alle spalle di piazza Maio, qui inizia la mia passeggiata con Riccardo e i suoi figli minori, Raffaele ed Eros: saliremo verso l’Epomeo dal versante più impervio, quello che guarda Casamicicola appunto, per deviare poi verso la meta finale, i piani di San Paolo.
Il sole è caldo e i raggi rischiarano le giovani foglie di castagno, di tanto in tanto una leggera brezza ci accarezza il viso lasciando cadere sulle nostre teste le ultime foglie secche della stagione precedente. Intorno a noi regna la pace, gli uccelli armoniosi cinguettano e l’unico suono anomalo è il calpestio delle foglie sotto i nostri piedi. Man mano che si sale i miei occhi possono scoprire panorami sempre più ampi, fino a quando si spalanca la finestra sul Golfo, siamo a circa 500 metri di altezza. Ai nostri piedi Lacco Ameno e Casamicciola tutta, poi le isole di Procida e Vivara, e ancora la costa con il monte di Procida, capo Miseno, Nisida, e l’immancabile “Re” Vesuvio. Passo dopo passo non si può non notare l’incredibile passione del nostro ‘boyscout’ dagli occhi azzurri che, come sempre, munito di cesoie e di ‘marrazzo’, pulisce i sentieri da rovi, rami vecchi e fogliame in modo da agevolarne la visuale e migliorare il passaggio anche ai muli che, come carovane, trasportano giù la legna dei castagni per i ripidi sentieri. Anche i bambini si muovono in piena libertà in quel mondo a loro tanto familiare: allegri e vivaci si arrampicano sulle rocce e sugli alberi, passando da un ramo all’altro e lui sembra non temere per loro.
Negli ultimi anni gli appassionati come Riccardo e l’amico Franco il presidente della sezione della Protezione Civile a Casamicicola, si sono impegnati a creare un minimo di segnaletica, che aiuti anche i meno esperti a passeggiare senza perdere l’orientamento. Camminando ci imbattiamo, quindi, in frecce che indicano l’Epomeo, Forio e la località Fango nel comune di Lacco Ameno, ma noi non ci lasciamo coinvolgere perché l’obiettivo di Riccardo è portarci ai piani di San Paolo, dove intende mostrarci qualcosa di speciale. Alle classiche frecce si affianca un sistema di direzione tutto personale ideato da lui e dai suoi figli, ed è per questo che più volte chiede a Eros di segnare il nostro passaggio. Il piccolo tira così fuori dalla tasca un uniposca e disegna su un albero un piccolo cuoricino giallo con sotto il suo nome, cuore dopo cuore è inevitabile chiedere: perché il cuore? “Forse perché tuo figlio si chiama Eros come il Dio dell’Amore ???” Lui divertito mi racconta: “Il bambino si chiama così solo perché a mia moglie piace il cantante Eros Ramazzotti. Il CUORE, invece, è qualcosa che mi rappresenta, io amo tutto ciò che è natura e che mi circonda, il cuore è amore ed è l’icona per eccellenza di questo sentimento universale. È per questo che lo riproduco continuamente, anche nelle mie sculture”. Eh già, tra le tante doti di quest’uomo-papà c’è anche quello di scolpire le pietre, ed è per questo che nella sacca ha sempre posto per lo scalpello. Il muratore è il suo mestiere, ma i muri li costruisce lavorando i blocchi a mano, o scolpisce su commissione, la sua vera passione è dare vita e forme alle rocce e lo fa perché lo sente dentro di sé: non usa strumenti elettrici, a contraddistinguerlo è la grande forza nelle braccia che unita alla sua creatività fa sì che ogni creazione, fatta esclusivamente a mano, sia Unica. Quando esce in escursione non conosce quello che il destino gli può riservare, ma se sul suo cammino incontra una pietra che lo ispira, allora da vero artista, comincia a scrutarla, la accarezza e se ritiene che sia quella giusta inizia a picchiettarla. Al primo colpo non sa mai quello che riuscirà a creare, ma dopo poco lo scalpello sembra ricalcare linee conosciute e così nasce una nuova opera. Durante la nostra escursione ci è capitato di incontrare uccelli e cuori in pietra, a dimostrazione che chiunque passeggiando sulle nostre montagne può godere di questa mostra naturale immersa nel verde. Chi lo ha visto lavorare è rimasto a bocca aperta, stupito dalla bravura e catturato soprattutto dalla luce che i suoi occhi emanano al termine del lavoro. Ha iniziato a scoprire il mondo delle rocce da bambino quando, seduto a riva, sulla spiaggia della marina di Casamicciola, dove era solito andare, costruiva per la mamma piccole vasche, in modo che l’acqua all’interno fosse tranquilla. Lei vi immergeva le gambe e lui si sentiva soddisfatto. La passione è cresciuta a tal punto da trasformare questa sua dote naturale in una vera e propria filosofia di vita. Riccardo parla con orgoglio delle sue rocce, e l’orgoglio cresce non appena arriviamo ai piani di San Paolo. Ci siamo: davanti a noi un largo piazzale circondato da castagni ad alto fusto, e sulla destra una piccola altura con una grossa croce e un Cristo scolpito nel legno. “Ogni volta che salivo fin qui sentivo come se mancasse qualcosa, e più volte ho immaginato che in quel punto ci fosse una croce a darmi il benvenuto. Così mi sono guardato intorno, ho raccolto i rami che mi servivano ed ecco il risultato”. È davvero impressionante scoprire questa scultura nel bel mezzo di un bosco. Il mio sguardo curioso resta catturato dal naturale assemblaggio di quei pezzi di legno, i rami utilizzati sembrano essere stati creati da madre natura per ricoprire quel ruolo preciso, è stupefacente, infatti, la sinuosità del movimento riprodotto dalle gambe che si incrociano; l’espressione realistica di quel Cristo sottolinea i forti principi di fede dello scultore. I bambini ci precedono e depositano alcuni ciclamini in un vaso vicino alla croce. Dopo mi fanno notare la pietra a forma di cuore posta ai piedi di Gesù e un mucchietto di foglie secche, che a prima occhiata non avevo notato ma poi, osservando bene, mi sono resa conto che non erano lì per caso, anzi, erano state sistemate con criterio formando “rigorosamente” un CUORE.
Questo posto è sicuramente quello preferito dalla famiglia Precisano. Ora finalmente possiamo sederci perché come dice Riccardo: “E’ ora di alleggerire gli zaini……..facciamo merenda!!!!!!”