Thursday, May 2, 2024

People- UN MONDO IN MINIATURA

28/2010

Photo: Romolo Tavani
Text: Lucia Elena Vuoso

 

Un distinto signore curvo al suo tavolo da lavoro, colmo di attrezzi: un seghetto, chiodini, colle, solventi e pinze. Un uomo che, con tanta pazienza, si dedica alla sua passione di tagliare, incastrare, modellare. Si potrebbe stare ore ad osservarlo, a carpire ogni momento in cui la materia dalle sue mani prende forma, e sembra animarsi di vita propria per raccontare storie di pirati e di balene, di ammiragli e di cadetti, di pescatori e divi della Dolce Vita. E ogni modellino che il signor Gilberto Bazzoli crea è un autentico capolavoro in scala, un’opera d’arte che richiede un impegno preciso e meticoloso, e anni di lavoro quotidiano. “Prima di mettersi all’opera coi ferri del mestiere – racconta Gilberto – bisogna studiare tanto. Non solo i disegni delle costruzioni originali, ma la storia e le vicende delle navi e dei velieri. E’ necessario entrare all’interno della barca e stamparsi bene nella testa ogni singolo pezzo da riprodurre”. Infatti, va costruito anche l’interno dei modelli: le cabine passeggeri, lo scafo e il timone. La tecnica del signor Bazzoli è la stessa usata per costruire le navi vere: tutti i suoi modelli, infatti, sono in grado di andare in acqua, sia a vela che a motore e in ognuno è presente l’ossatura e il doppio fasciame. L’ossatura è lo scheletro della nave che serve da supporto alle listarelle di legno; queste vengono incurvate con una speciale pinza e sono poi incollate l’una sull’altra con chiodini posti internamente e colla. Il doppio fasciame è una difficile tecnica che consiste nel creare due strati di queste fascette, perfettamente identiche e sovrapposte l’una sull’altra e serve a dare maggiore spessore e resistenza all’imbarcazione. E poi si costruiscono gli alberi, la coperta, i cannoni e persino le scialuppe di salvataggio. Ogni piccolo particolare è fedelmente riprodotto. Ad esempio i 100 cannoni della Vasa, mastodontico veliero svedese affondato il giorno del varo poiché troppo alto e troppo pesante, oppure gli interni rossi della Victory dell’ammiraglio Nelson, dipinti cremisi per nascondere le numerose macchie di sangue che non si riuscivano a lavare via, o l’enorme stiva della Santa Lucia che trasportava il vino da Napoli a Palermo. Pochi sono i modelli sigillati nella propria teca poiché ogni giorno si scopre un particolare da aggiungere, da modificare o da sostituire. E anche il Riva, il motoscafo dei divi anni ’60, che spesso era ormeggiato nel porto di Ischia, il cui pieno di benzina da 600 mila lire costava quanto una Cinquecento, che fa bella mostra di sé nel nuovo ristorante Visconti, è ancora da terminare, aggiungendo il parabrezza anteriore. Ma Gilberto, fiorentino di nascita e ischitano d’adozione, che ha 80 anni e lo spirito di un ragazzino, ha interesse per tutti i lavori manuali: si diletta a fare il muratore e l’elettricista, il fabbro e il falegname e sa addirittura cucire al punto croce! Basti pensare che ha costruito da sé il plastico dell’albergo Regina Palace, ha montato il cancello in ferro dell’hotel, e ha progettato anche un sistema di climatizzazione in modo da riscaldare o raffreddare gli ambienti senza avvertire sbalzi di temperatura al collo. E in questo periodo dell’anno fabbrica nella sua falegnameria, piccoli presepi, intagliati nel legno con applicazioni di luci, oppure tridimensionali, da regalare ai suoi 11 nipoti. E spera, per il futuro, di riuscire a creare una scuola di modellismo, per insegnare tecniche e segreti che lui ha appreso da solo in tanti anni e far crescere nei giovani ischitani l’ingegnosità e le doti per entrare a far parte del suo grande universo in miniatura.